I ricercatori stanno utilizzando le informazioni per analizzare il sistema del pianeta a caccia di potenziali pericoli per la sonda New Horizons che, se tutto andrà come da programma, raggiungerà il più piccolo dei corpi celesti nano nel 2015. Il satellite più grande è Caronte scoperto nel 1978
Plutone, il pianeta nano che orbitaai confini del Sistema Solare, ha una quinta luna. E’ stata scoperta grazie al telescopio spaziale Hubble gestito dalla Nasa e dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa). L’individuazione della nuova luna, chiamata P5, ha sorpreso e incuriosito i ricercatori perché fa diventare più complesso del previsto il sistema Plutone, un pianeta di piccole dimensioni declassato a pianeta nano che però possiede un articolato insieme di satelliti. Si pensa che tutte le cinque lune di Plutone siano i resti delle collisione fra il pianeta e altri grandi oggetti della fascia di Kuiper avvenute miliardi di anni fa.
La più grande luna di Plutone, Caronte, fu scoperta nel 1978; nel 2006 sono state individuate altre due lune più piccole, Nix e Hydra, e nel 2011 un’altra luna, P4. Dalla forma irregolare e dal diametro compreso fra 9,6 e 24 chilometri, la luna è stato rilevata esaminando nove gruppi separate di immagini riprese da Hubble il 26, 27 e 29 giugno e il 7 e 9 luglio scorsi. I ricercatori stanno utilizzando Hubble per analizzare il sistema Plutone a caccia di potenziali pericoli per la sonda New Horizons che, se tutto andrà come da programma, raggiungerà il pianeta nano nel 2015.
Sfrecciando nel sistema a una velocità di circa 48.000 chilometri all’ora, New Horizons potrebbe essere distrutta in una collisione. “La scoperta di tante piccole lune, ci dice indirettamente, che devono esserci un sacco di piccole particelle invisibili in agguato nel sistema Plutone” ha osservato uno dei ricercatori che lavora alla missione, Harold Weaver della Johns Hopkins University. “L’inventario del sistema di Plutone che stiamo facendo grazie a Hubble – ha osservato il responsabile della missione New Horizons, Alan Stern, del Southwest Research Institute a Boulder – ci aiuterà nella progettazione di una traiettoria sicura per la sonda”.