All’indomani del sisma li promisero quasi tutti le banche, con spot e comunicati stampa: “Per agevolare la ripresa delle attività produttive dei territori colpiti dal terremoto metteremo a disposizione plafond per finanziamenti a condizioni di favore”. Peccato che, a più di un mese e mezzo dalle scosse, quegli annunci sono rimasti sulla carta, e a oggi le imprese che hanno ottenuto le agevolazioni si possono contare sulle dita di una mano. Tanto che le associazioni di categorie lanciano l’allarme: “Così si rischia di morire”.

 Le cifre le snocciola la Confederazione nazionale della piccola e media impresa di Modena, che ha fatto una ricerca per capire quante tra le aziende messe in ginocchio dal sisma abbiano effettivamente beneficiato di crediti immediati a tasso agevolato, per interventi di prima sistemazione. Le cosiddette “operazioni ponte”. Secondo il loro osservatorio, solo una delle banche che ha stanziato il plafond pro ricostruzione ha applicato le condizioni dichiarate, ossia con interessi variabili tra l’1,2% e l’1,5%. Gli altri istituti hanno adottato le stesse prassi pre sisma, ossia applicando interessi del 4% o del 4,5%. Altre volte le banche hanno deciso discrezionalmente, in base al tipo di società.

Eppure gli accordi con le istituzioni erano diversi. Il protocollo siglato tra banche, Consorzi fidi e regione Emilia Romagna, raggiunta alcuni giorni fa, prevedeva, infatti, crediti a tassi agevolati a massimo l’1,5 % d’interessi, contro i 4% standard, grazie a un plafond totale di 1,2 miliardi di euro. A peggiorare la situazione, sono poi i tempi di attesa. Prima di dare una risposta, infatti, ogni istituto provvede a verificare e ad accertare la presenza dei requisiti minimi per ottenere il finanziamento. “Alcune banche hanno fatto resistenza – ha dichiarato alla stampa locale il presidente della Confcommercio modendese, Carlo Galassi – e anche a prescindere dal tasso d’interesse, le istruttorie sono lente e non di rado si concludono con il rifiuto del finanziamento, proprio oggi che c’è più necessità”.

Anche secondo la Confartigianato, finora la maggioranza degli istituti non ha rispettato le promesse fatte e si è dimostrata disponibile solo a parole. Le associazioni di categoria inoltre si stanno muovendo per chiedere di non tener conto di mancati pagamenti delle rate per le ditte in difficoltà per il terremoto almeno fino all’estate del 2014, e per ottenere un’altra proroga sulla moratoria automatica delle rate dei mutui e dei leasing. Finora il termine è fissato al 30 settembre, ma le imprese puntano a giugno 2013.

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