Il presidente della conferenza dei rabbini europei, Pinchas Goldschmidt, si è scagliato contro la decisione del tribunale di Colonia che ha definito la pratica una lesione corporale sui bambini. Ma per la stampa tedesca il riferimento allo sterminio degli ebrei è fuori luogo
La sentenza del tribunale di Colonia che punisce la circoncisione come un reato rappresenta “il più grave attacco alla comunità ebraica dai tempi dall’Olocausto”. Lo ha affermato il presidente della conferenza dei rabbini europei e rabbino di Mosca, Pinchas Goldschmidt. E le sue parole hanno provocato un acceso dibattito sulla stampa tedesca. Se quella sentenza dovesse essere trasformata in legge “non vedo per gli ebrei nessun futuro in Germania”, ha spiegato venerdì 13 giugno Goldschmidt, al termine della riunione dei rabbini europei, svoltasi a Berlino.
Il più duro nel commentare le sue parole è il quotidiano Neue Osnabrücker Zeitung: “Quando i politici tedeschi fanno un paragone con l’Olocausto raccolgono immediatamente e a ragione forti proteste, anche da parte ebraica. Se un rabbino si esprime in maniera tanto drastica non ci sono reazioni”, scrive il giornale, secondo il quale Goldschmidt farebbe bene a usare toni più moderati, perché “ha esagerato”. Sulla stessa linea la Braunschweiger Zeitung, per la quale il paragone non calza: “Citare l’Olocausto insieme alla sentenza di Colonia fa male a tutti, minimizza milioni di azioni atroci commesse ai danni degli ebrei e mette la giustizia della Repubblica federale sullo stesso piano degli sgherri che pronunciarono ‘giustizia’ nella Germania di Hitler”.
“Sarebbe sensato un compromesso, ad esempio una circoncisione dal quattordicesimo anno, l’età in cui in Germania i ragazzi possono decidere da soli sulla loro appartenenza religiosa”, propone la Rhein-Neckar-Zeitung. Per la conservatrice Die Welt, invece, un divieto della circoncisione “dimostra una crescente intolleranza nei confronti del mondo religioso, che si può quasi toccare con mano dall’11 settembre 2001. Quello che, dopo gli attacchi negli Stati Uniti era partito qui in Germania come il tentativo, sensato, di rimuovere le società parallele turco-musulmane si è trasformato in un’ostilità contro la religione”, che “proibisce tutto quello che le sembra estraneo, dalla costruzione delle moschee alla macellazione ebraica”. “La sentenza di Colonia era saccente. Le forti proteste sono giustificate”, nota il quotidiano della sinistra liberale Süddeutsche Zeitung.
Goldschmidt ha usato “parole forti”, scrive la Frankfurter Rundschau, tradizionalmente vicina ai socialdemocratici della Spd, tuttavia “ebrei e musulmani non hanno bisogno di consigli o dissertazioni sui loro rituali, bensì di certezza del diritto. Assicurarla è anche compito della politica”. E la politica mostra di volersi assumere questo compito. “Dal punto di vista della politica estera sarebbe auspicabile e necessario fare presto chiarezza giuridica sulla questione della circoncisione”, ha spiegato il ministro degli Esteri Guido Westerwelle alla Süddeutsche Zeitung. ”Deve restar chiaro che in Germania viene protetto il libero esercizio della religione, compreso il rispetto delle tradizioni religiose”.
In una sentenza risalente a inizio maggio, ma le cui motivazioni sono state diffuse a fine giugno, un tribunale regionale di Colonia ha stabilito che la circoncisione rappresenta una lesione corporale ed è in contrasto con l’interesse del bambino. L’intervento va rinviato fino a quando i ragazzi possono decidere da soli se sottoporvisi o meno, hanno spiegato i giudici, che si sono occupati del caso di un bambino di quattro anni, figlio di genitori musulmani, che era finito al pronto soccorso due giorni dopo essere stato circonciso, a causa di alcune complicazioni.
La sentenza, che non è vincolante per gli altri tribunali tedeschi, ha scatenato critiche da parte della comunità ebraica (105.000 gli ebrei riuniti nel Consiglio centrale degli ebrei tedeschi) e in quella musulmana (oltre quattro milioni di persone in Germania). Il presidente del Consiglio centrale degli ebrei, Dieter Graumann, ha rivelato alla Rheinische Post di aver scritto alla cancelliera, ai ministri degli Interni e della Giustizia, a tutti i governatori regionali e ai capigruppo per chiedere un’iniziativa che faccia chiarezza legislativa sulla questione. La comunità ebraica è attraversata da forti incertezze, ha spiegato: “Per gli ebrei la circoncisione è assolutamente elementare”, se la sentenza di Colonia venisse trasformata in legge gli ebrei verrebbero spinti nell’illegalità, per cui, in ultima analisi, “la vita ebraica in Germania non sarebbe più possibile”.