Dopo i rispettivi naufragi, il Cavaliere e il Capitano si erano eclissati insieme. Ricompaiono lo stesso giorno per informarci che sono pronti a tornare, non hanno niente da rimproverarsi, sono tutti e due “comandanti perfetti”. Ci mancherebbe.

Anche se l’Italia sta ancora sdraiata al largo dell’Europa, a ridosso del baratro, dove Berlusconi l’ha lasciata. E la Costa Concordia non s’è più mossa da quegli scogli dove Schettino l’ha abbandonata, incagliandola nel mare del suo disonore. L’equivalenza non è solo nel tempismo. Tutti e due hanno iniziato la loro carriera sulle stesse navi da crociera, con l’identica aria impomata buona per rimorchiare le vedove platinate in navigazione.

Tutti e due l’hanno interrotta scendendone a precipizio un attimo prima del naufragio: di notte e di corsa. “Me ne vado per senso di responsabilità” ha detto Berlusconi rifugiandosi dentro all’auto blindata che lo portava in salvo fuori da Palazzo Chigi. “Sto coordinando le operazioni di salvataggio!” ha gridato l’altro al telefono, ma standosene al sicuro sugli scogli asciutti, mentre i suoi passeggeri andavano in malora. Ora vogliono risalire a bordo come niente fosse: auguri per la prossima crociera.

Il Fatto Quotidiano, 13 Luglio 2012

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