La procura di Milano che indaga sulla presunta corruzione del leghista Davide Boni ha chiesto l'incidente probatorio per i principali accusatori: Michele Ugliola e Gilberto Leuci. Dai verbali di quest'ultimo emergono i rapporti corruttivi tra lo stesso Ugliola e i vertici (non indagati) dell'Azienda lombarda per l'edilizia residenziale
Di nuovo l’operazione immobiliare di Montecity Santa Giulia. Milano. In pista prima Luigi Zunino e poi Giuseppe Grossi. Finirà male. Meglio: finirà sul tavolo della procura. Riciclaggio e bonifiche mal fatte. C’è chi patteggia (Rosanna Gariboldi moglie del parlamentare Pdl Giancarlo Abelli). E chi attende, a giorni, l’avviso di chiusura indagine. Nel frattempo capita dell’altro. L’inchiesta madre di Santa Giulia incrocia quella per corruzione che vede tra gli indagati l’ex presidente del Consiglio regionale, il leghista Davide Boni. Giro (presunto) di tangenti raccontato in decine di pagine di verbali e che, a breve, saranno cristallizzate in un incidente probatorio a carico dell’architetto Michele Ugliola e dell’imprenditore Gilberto Leuci. Data ancora da fissare. Ma atti (circa mille pagine) depositati da due giorni. E’ da questi che emergono i rapporti tra il procacciatore d’affari e pagatore di tangenti ai politici Michele Ugliola e i vertici di Aler (non indagati), l’azienda regionale che gestisce un vero patrimonio di case popolari e non solo.
In mezzo sempre Luigi Zunino, la sua Risanamento spa e l’affare di Santa Giulia, che nel progetto iniziale, poi abortito per i noti inciampi giudiziari, prevedeva anche di destinare una porzione del terreno alla costruzione di una residenza per studenti. I particolari li racconta Gilberto Leuci, assistito dall’avvocato Gianluca Maris. E’ il 22 luglio 2011 e l’inchiesta, nata da un giro di mazzette nel comune di Cassano d’Adda, ha appena iniziato a stuzzicare i giornali. “L’incarico di Michele Ugliola – racconta Leuci – era quello di organizzare il rapporto con Aler”. Per questo il 4 maggio 2006, lo stesso Ugliola emette un fattura da 600 mila euro. Denaro, nota Leuci, “sproporzionato alle nostre capacità tecniche”. L’affermazione ne anticipa un’altra: “L’accordo tra Zunino e Ugliola prevedeva il pagamento di un’ulteriore somma in contanti a favore di Ugliola, affinché quest’ultimo pagasse i vertici di Aler”. Chi? Leuci fa due nomi: “L’allora presidente Niero e il direttore generale Domenico Ippolito”. Questo dice Leuci e, va detto chiaramente, le sue parole, ad oggi, non hanno dato sviluppo ad azioni penali nei confronti dei dirigenti dell’ente pubblico.
Affari immobiliari, dunque. Da un lato il presunto facilitatore e pagatore di tangenti Ugliola, dall’altro i vertici dell’Azienda regionale lombarda, la più grande d’Europa. Tra i due, spiega Leuci, “si era creato un vero gruppo d’interesse”. Ugliola è a tal punto influente da imporre l’assunzione dell’architetto Leonardo Cascitelli “mediante una procedura di assunzione irregolare”. E ancora: “Cascitelli era totalmente manovrato da Ugliola”. Quindi una convinzione (ma senza evidenze fattuali) e cioé: la remunerazione di Cascitelli, stando alla ricostruzione di Leuci, avveniva anche con piccole somme di denaro (dai 3mila ai 5mila euro).
Il lungo verbale di Leuci mette agli atti anche lo stretto rapporto tra Ugliola e l’attuale presidente di Aler Loris Zaffra. “Se lui ci andava a pranzo dieci volte io solo una”. Un’amicizia che induce Leuci a sospettare “l’esistenza di interessi di carattere illecito”. Solo sospetti perché “i proventi derivanti dall’attività di consulenza che Ugliola faceva per Aler erano accreditati sul suo conto corrente personale”.
Business e mazzette. Sul piatto interessi convergenti. E così dopo Luigi Zunino, ecco un altro imprenditore (Francesco Monastero) che chiama Ugliola. In tasca ha diverse speculazioni: un centro polivalente ad Albuzzano e una maxi speculazione a Garbagnate Milanese che, ancora una volta, doveva coinvolgere Aler. Spiega Leuci. “Il progetto prevedeva diverse residenze convenzionate”. In questo caso Ugliola “coordinava l’attività con Aler, gestiva la trattativa con Radice Fossati per l’acquisto dei terreni e teneva i rapporti con il comune”. Per l’intera operazione l’architetto chiede a Monastero una consulenza da un milione e mezzo di euro. Un bel po’ di soldi. Ecco la spiegazione di Leuci: “Impose questo contratto perché, a suo dire, in questa operazione rappresentava l’Aler e aveva carta bianca nelle decisioni dell’Ente”. Quali, in questo secondo progetto, i suoi referenti: “L’attuale presidente Loris Zaffra, il dg Ippolito e l’architetto Leonardo Cascitelli”.
Stessi nomi che ritornano per l’affare di quattro palazzine in via Ripamonti di proprietà della Mediana srl. La società vuole vendere e Aler ha l’esigenza di acquisire al suo patrimonio immobiliare residenze per studenti. “L’operazione – spiega Leuci – era di un’entità rilevante nell’ordine di 100 milioni di euro”. Per condurre in porto l’affare (poi naufragato) il duo Ugliole-Leuci si appoggia alla Sawford Benedict Ltd “un veicolo per portare la provvista all’estero facendo poi perdere le tracce del denaro”. E ancora: “Si era intravista la possibilità di realizzare tale operazione in virtù del fatto che Ugliola era consulente di Aler e aveva nella persona di Ippolito l’interlocuzione giusta”. Lo stesso Ippolito che in serata ha annunciato “una querela nei confronti del signor Gilberto Leuci per le gravi accuse, assolutamente false e infondate”.
Lo stretto rapporto tra Ugliola e Aler viene messo a verbale il 13 marzo scorso da Fabio Saldini, già vicino all’ex presidente del consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani. Ultimo incarico noto: consulente per la Regione in materia di moda e design. Racconta Saldini: “Per quanto mi consta Ugliola aveva assunto all’interno di Aler un ruolo importante”. E del resto Saldini appare in buoni rapporti con Domenico Ippolito. Tanto che nel dicembre 2010 gli manda un sms: “Ciao Mimmo sono da Riccione (noto ristorante vicino a palazzo Lombardia, ndr) e ci sono Zaffra e Ugliola”. Ippolito risponde con una battuta: “Dio li fa e poi li accoppia”. Saldini: “E’ passato anche Maullu (ex assessore Regionale)”. Risponde Ippolito: “Allontanati prima che arrivano con qualche blindato”. Il colloquio è messo agli atti del’indagine (la terza che incrocia i medesimi fatti e gli stessi personaggi) dei pm Maurizio Romanelli e Antonio Sangermano sugli appalti Aler. L’inchiesta ha coinvolto il genero di Romano La Russa, il consigliere comunale del Pdl Marco Osnato. E così da un’informativa messa agli atti emerge “che in virtù di indagini espletate da altra articolazione di polizia giudiziaria nell’ambito di diverso procedimento penale pendente presso Codesta Procura della Repubblica e che vede protagonisti tale arch. Cascitelli, tale Ugliola e lo stesso presidente Zaffra, l’Ippolito è stato sentito come persona informata sui fatti”.
Dopo essersi messaggiato con Saldini, Ippolito chiama il suo legale. Dice: “Stanno preparando la strategia”. Probabilmente il direttore generale si riferisce alla denuncia fatta dalla stessa dirigenza Aler nei confronti di Ugliola per millantato credito. Alla base il racconto di un noto imprenditore che a un membro del cda racconta le pressioni ricevute dall’architetto, il quale ribatte descrivendo il caso come una lotta intestina all’ente tra due schieramenti politici. Tesi che sembra rafforzarsi leggendo il brogliaccio del colloquio tra Ippolito e una sua collaboratrice. I due discutono di politica e del fatto che “oramai all’Aler c’è una presenza forte di An, con un serio problema politico che deriva dalla debolezza del presidente, cosicché tale vuoto di potere sarebbe riempito da An, forza politica che nessuno in seno all’Azienda è in grado di contrastare”. Quindi promette di sganciare “l’azienda dalla politica e dalla magistratura”. Mentre dagli avvocati ottiene un consiglio che poi gira ad Osnato: “La Procura è un po’ sull’Aler per tutta una serie di vicende la tiene sott’occhio. Mentre prima le cose passavano nel dimenticatoio, adesso questi passaggi invece vengono messi da parte, e qualche giorno arriva qualche mal di pancia per tutti quanti!”
di Davide Milosa e Giovanna Trinchella