“Un uomo solo al comando” deve interpretare i desiderata di un paese e col consenso di altri politici decidere le regole e leggi per attuarli.

Nel caso del nostro primo ministro l’esigenza primaria è stata quella di interpretare e dare voce ai desiderata di un consesso economico internazionale. L’Europa è una grande famiglia sottomessa alle regole di un mercato globale; se si vuole restare in questa famiglia occorre attivare regole economiche comuni e con la stessa tempistica. I passati governi si credevano al di sopra della regola più elementare che recita “Non si può spendere più di quello che si incassa” . Non sono stati virtuosi (hanno sperperato e sprecato) ed ora la crisi coinvolge tutti.

A livello internazionale viene richiesto di mettere a posto i conti dello stato; ciò significa rivedere l’attuale assetto economico dell’amministrazione in modo da diminuire le spese e forse far tornare i conti: ingresso= uscite (forse).

L’unica ricetta che si è trovata è quella di esigere più tasse ai contribuenti e quella della “scure” . Per risparmiare occorre tagliare.

L’aumento delle tasse dirette ed indirette non è stata un cura sufficiente. Ora i tagli riguardano soprattutto la pubblica amministrazione ed i pubblici servizi. Le Amministrazioni locali sono già scese sul piede di guerra e non è detto che seguano i diktat del governo.

La massaia di Cantù o la pensionata di Canicattì non capiscono ancora niente di queste grandi manovre, ne vedranno solo gli effetti. Non sono ancora arrivate a capire cosa è lo Spread. E’ qualcosa che ha a che fare coi tedeschi. I soliti rompiballe che credono di essere sempre i primi della classe. Si è poi passati alla spending review. Sembra che questa non vada affatto bene, anche se non capiscono bene cosa significa.

Ciò che capiscono è che le spese di casa propria non vanno affatto bene. La pensione o il salario non sono sufficienti a coprire le spese indispensabili per vivere (uscite maggiori delle entrate). E quando a metà mese sono finiti, non c’è la possibilità di esimersi dal pagare i propri debiti come per esempio fa lo Stato coi propri debitori.

La pensionata di Canicattì ha recepito che per ritirare la sua misera pensione deve aprire un conto in banca che ha un costo e non può più andarla a ritirare all’ufficio postale che tra l’altro sta per essere chiuso e dovrà prendere un pulman che ha un costo. Ma anche il piccolo Ospedale dove si fa curare viene chiuso, per non parlare dei servizi sociali di cui usufruisce che pure verranno tagliati.

La massaia di Vigevano invece si è resa conto che le ditte invece che aprire chiudono. Qualche imprenditore si è già suicidato. Martiri di regole economiche mondiali!!!! Se in una famiglia il capofamiglia perde il lavoro non può sperare di trovarne un altro. L’età diventa un ostacolo insormontabile. I giovani hanno teoricamente più possibilità, ma a 35 anni sono ancora precari e senza una prospettiva di futuro. E l’anno prossimo la disoccupazione è destinata ad aumentare fino all’11.1%

La massaia sa che esistono persone che guadagnano 16.000€ al mese, ma suo figlio (l’intellettuale precario) fa fatica a guadagnarne 1100€ e viene anche definito da un ministro “bamboccione “ perché non può permettersi di avere una casa propria. E’ stato anche definito da un privilegiato, “sfigato” non essendo riuscito a finire gli studi nei tempi stabiliti dal momento che studiava e lavorava contemporaneamente.

La massaia vorrebbe che suo figlio “si annoiasse” con un lavoro a tempo indeterminato, ma non è possibile. Entrambe queste donne condividono con il Presidente di Cofindustria la preoccupazione di una recessione e depressione economica. Non è previsto alcun impegno per l’innovazione, per nuove economie. Si taglia con la scure e non con il rasoio e non si pongono i semi per la creazione di nuovi posti di lavoro.

E’ un’operazione che pone una pezza, necessaria a livello internazionale, ma non è lungimirante e prevedo che non ci sarà alcun futuro per i nostri giovani. Sulla costituzione c’è scritto che l’Italia è una repubblica basata sul lavoro. Dov’è questo lavoro se un giovane su tre è disoccupato ? In questo percorso di guerra i poveri sono destinati a soccombere e solo i ricchi riusciranno sopravvivere. Abbiamo recuperato la faccia internazionale, ma quale sarà il prezzo che ognuno dovrà pagare? Di certo è che l’uomo solo al comando non ha più una truppa disposta a seguirlo.

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