Il 30 agosto 2010 due sanitari del reparto di ginecologia ed ostetricia dell’ospedale di Polistena non hanno "assicurato una sollecita ed adeguata terapia" a un neonato le cui condizioni si sono aggravate negli ultimi giorni della gravidanza
Rinviati a giudizio per concorso in lesioni gravissime verso un neonato. Coinvolti in un nuovo caso di malasanità in Calabria sono due medici dell’Ospedale di Polistena, in provincia di Reggio, Pietro Interdonato e Francesco Romeo, che saranno processati l’11 gennaio 2013 davanti alla sezione distaccate di Cinque frondi del Tribunale di Palmi.
Secondo l’avvocato dei genitori del bambino Antonino Napoli, che è anche vice presidente e responsabile legale dell’Osservatorio sui diritti dei minori, i due medici, in servizio nel reparto di ginecologia ed ostetricia dell’ospedale di Polistena sono accusati di “non aver effettuato tempestivamente un taglio cesareo alla signora Rosanna Laruffa che, alla 36esima settimana di gravidanza ad alto rischio, caratterizzata da rilevanti problemi di ipertensione, versava in una condizione di travaglio pre-partum con sofferenza fetale”. Inoltre i due sanitari non avrebbero “assicurato una sollecita ed adeguata terapia neonatale al piccolo A., determinando l’aggravamento di un’encefalopatia ipossico-ischemica insorta a livello fetale negli ultimi giorni della gravidanza e così concorrendo a cagionare al piccolo lesioni gravi e gravissime”. I fatti risalgono al 30 agosto 2010.
Napoli, in qualità di “portavoce del dolore dei genitori”, ha sostenuto che “quanto è emerso dalle indagini evidenzia un errore medico che impone riflessioni serie sulla sanità calabrese al di là del mero ed immediato giudizio di ‘malasanità’. Il legale inoltre sottolinea che “i gravissimi ritardi del personale medico di Polistena impongono la realizzazione di strutture in cui vi siano condizioni per un parto ottimale, in sicurezza e preceduto da un’attenta valutazione di tutti i rischi”.