La scuola non dovrà aspettare l’approvazione definitiva del parlamento per applicare la spending review. Dal prossimo mese di settembre, infatti, scatterà il taglio di almeno il 20 per cento dei dirigenti. Dirigenti scolastici (i presidi) e dirigenti amministrativi. Un anticipo retaggio di una legge voluta dal tandem Gelmini-Tremonti, la 111 dello scorso anno, quella sul cosiddetto dimensionamento scolastico, in base alla quale le scuole dovevano obbligatoriamente contare su mille iscritti, e comunque non meno di 600.

Contro questo provvedimento un gruppo di regioni aveva fatto ricorso alla Corte costituzionale che con una recente sentenza aveva stabilito la competenza di redigere i piani di dimensionamento alla regioni stesse, ma aveva tuttavia lasciato allo Stato il diritto di indicare i criteri sui numeri di iscritti da attribuire alle scuole. Tanto è bastato per dar modo all’attuale ministro Francesco Profumo di procedere senza indugi nell’adeguamento dei nuovi organici dirigenziali. Un suo decreto dello scorso 25 giugno detta il quadro da applicare sin dal prossimo settembre. Un quadro che la Cgil scuola ha così riassunto: le istituzioni scolastiche sono passate da 19.211 del 2011-2012 a 9.131 per il prossimo anno scolastico con una diminuzione di 1.080 istituzioni scolastiche a causa del dimensionamento. Ma non tutte le scuole potranno essere sede di dirigenza scolastica e direzione amministrativa con titolarità in quanto 1.141 sedi risultano sottodimensionate con 393 sedi al di sotto di 400 alunni (montagna) e 748 sedi al di sotto dei 600 alunni. Infatti, senza tali sedi sottodimensionate e senza i CPIA non attivati, l’organico dirigenti scolastici è pari per il 2012-2013 a 7.990 posti rispetto ai 10.211 del 2011-2012. Ben 2,221 posti in meno (1080 da dimensionamento e 1141 da sottodimensionamento) circa il 22% in un solo anno.

Come potrà avviarsi, dunque il prossimo anno scolastico? Che i presidi superstiti dovranno accollarsi la reggenza delle scuole “decapitate”, con un’aggravante economica non indifferente: che, a differenza del passato, le reggenze saranno gratuite. E per di più i presidi non potranno ricorrere a dei vicari a pieno titolo. Più lavoro e più responsabilità. Sempre allo stesso prezzo. Una prospettiva pesante per le scuole stesse, i loro insegnanti e i loro allievi che in questo quadro dovranno fare i conti con strutture di gestione talora elefantiache e difficilmente controllabili.

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