Primo avvistamento delle “galassie buie“. Ovvero le antenate delle attuali galassie che non avevano stelle ed erano soltanto giganteschi aggregate di gas. Previste da alcuni modelli teorici, le galassie buie sono state viste dal Very Large Telescope (Vlt) dell’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso) grazie a una nuova tecnica elaborata da un gruppo di ricercatori guidati dall’Università della California a Santa Cruz e pubblicata sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.
Queste formazioni erano stata previste da lungo tempo dai modelli teorici sull’evoluzione dell’Universo, ma a causa della loro grande distanza e una bassissima luminosità sono rimaste a lungo invisibili. Grazie a una nuova tecnica di osservazione, gli astronomi californiani sono riusciti per la prima volta a identificare, a una distanza di miliardi di anni luce, alcune di queste galassie buie, delle vere e proprie grandi nubi di gas simili alle vere galassie, ma prive di stelle. Per riuscire a vederle, i ricercatori hanno compiuto una lunga serie di osservazioni in regioni di cielo molto distanti, quindi antiche, alla ricerca di deboli bagliori: “Abbiamo cercato la luce fluorescente emessa dai gas delle galassie buie quando sono illuminate dalla luce ultravioletta di altri oggetti molto luminosi, come un quasar,- ha spiegato Simon Lilly, ricercatore del Politecnico Federale di Zurigo che ha partecipato allo studio. – Qualcosa di simile a quello che avviene con i vestiti bianchi illuminati con le luci ultravioletti nelle discoteche”. Andando alla ricerca di eventuali fluorescenze anomale nelle vicinanze di alcuni quasar, lontanissimi e antichissimi oggetti estremamente brillanti, i ricercatori hanno così individuato circa un centinaio di queste galassie buie.