Dopo che mesi fa una controfigura del Pdl aveva annunciato l’imminente arrivo della “più grossa novità della politica italiana, che ne cambierà il corso per i prossimi anni”, ci hanno spiegato chi sarà il candidato premier del 2013: Silvio Berlusconi. Con scarso senso dello humour, Moody’s ci ha declassato.

Vabbè: ci tocca di nuovo lo spettacolino del paese per vecchi, B. capofila degli arzilli. Di nuovo il teatrino degli annunci al fidato Vespa: “Non posso buttare 18 anni di impegno politico”. Di nuovo sceneggiate televisive, titoli sulle diete, il jogging (l’ex premier è stato avvistato a fare una sgambatina tre giorni fa a Villa Celimontana: ma ti pare che uno a 75 anni si mette a correre in pieno luglio per dimagrire? Il professor Zangrillo non gli dice nulla?). Nel restyling del Partito degli onesti sembra non ci sia più posto per Nicole Minetti. Alla quale è stato chiesto il famoso passo indietro: quando era stata candidata tutti credevano fosse una raffinata statista, oggi si accorgono che è solo un’igienista dentale con l’hobby di organizzare il bunga bunga ad Arcore e di occuparsi della piccola Ruby.

La sua permanenza non è più igienica: certamente al partito degli onesti anche il comportamento in aula di Nicole – ha disertato due volte il processo adducendo il “legittimo impedimento” – non è andato giù, loro che hanno un gran rispetto per il lavoro dei giudici. Insomma, la ex velina di Colorado Cafè non è presentabile, 12mila euro di stipendio a spese dei contribuenti per una il cui massimo contributo al dibattito politico è stata la maglietta “Senza sono anche meglio”, sono troppi. I giornali amici scrivono che lei se ne andrà a ottobre, quando avrà maturato il diritto al vitalizio (mille euro al mese per aver servito la Regione Lombardia), intanto pensa al cinepanettone e a un calendario (forse vestita da suora).

Con il Cavaliere senza macchia e senza peccato, nella battaglia per la rottamazione delle veline, si è schierata subito la paladina delle donne, Daniela Santanchè. Che in un’intervista a “Repubblica” con un certo senso di superiorità, tuona: “Il tempo delle Minetti è finito”. Siccome c’è un limite anche l’ipocrisia in politica, i lettori-elettori di “Libero”, hanno decretato che la prossima a dover essere cacciata deve essere proprio lei, l’eroina dello sciopero dell’Imu, una che si ricorda per aver dato del pedofilo a Maometto, per la battaglia contro il velo islamico e per aver detto che “Silvio vede le donne solo in orizzontale”, salvo poi ritrattare.

Del resto ha cambiato idea anche sulla Minetti: tempo fa, per difenderla, l’aveva paragonata a Nilde Iotti, facendo ridere mezza Italia. Ultimo tassello del restauro dell’immagine di B. è il riavvicinamento alla ex moglie, recentemente tornata in possesso della villa di Macherio. Tra le sue donne – le Brambille, Minetti, Gelmini – la signora Lario è stata l’unica a dire pubblicamente quello che pensava del Cavaliere, sfidando i media – che infatti l’hanno massacrata – e il sistema di potere messo in piedi dall’ex marito. Difficile che adesso si presti alla messinscena del buon padre di famiglia che “salverà l’Italia”: ammesso che “il ciarpame senza pudore” delle ragazzotte in Parlamento finisca davvero, non cesseranno “la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte le donne”.

Il Fatto Quotidiano, 15 Luglio 2012

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