Se la nuova presidente della Rai, signora Tarantola, il direttore generale che verrà e il nuovo consiglio di amministrazione, riusciranno a stupirci con effetti speciali smentendo gli organigrammi in circolazione, riaprendo le porte subito ai temi e agli autori espulsi od oscurati, mettendo fine ad ogni accordo di cartello e ad ogni subalternità a Mediaset, ne prenderemo atto con piacere ed una brutta stagione potrá dirsi conclusa, come già hanno annunciato zelanti trombettieri.
Per altro parole non dissimili le avevamo ascoltate e lette al momento della nomina, avvenuta all’ unanimità, della signora Lorenza Lei.
Per questo sarebbe meglio esercitare, almeno in questa occasione, la virtù della prudenza, ed attendere le prime delibere prima di abbandonarsi a giudizi e pregiudizi di qualsiasi natura.
Per il momento conflitto di interessi e legge Gasparri stanno al loro posti come macigni e non tarderanno a farsi risentire, del resto il vertice tra Monti e la destra sul tema Rai è servito a rinfrescare la memoria anche ai più deboli di cuore e di spirito critico, per la verità si tratta di una bella e folta compagnia di politici e di giornalisti.
Nei prossimi giorni nella “nuova Rai” si fronteggeranno, forse, la Banca d’Italia e la Banda di Arcore. La differenza sta tutta in una consonante, ma potrebbe rivelarsi determinante, nel bene e, soprattutto, nel male.