Droga Messico, manifesto San Nazario - foto La PresseIl Messico affonda in modo sempre più drammatico nella violenza e nella corruzione. Forse è un Paese che ha solo bisogno di qualche altro santo in paradiso che risolva ciò che gli umani non riescono a fare. E per questa ragione da qualche tempo c’è un santo nuovo di zecca, un santo popolare. Si chiama san Nazario. Non è stato nominato santo dal Papa né da nessun’altra autorità religiosa, ma dalla gente dello stato di Michoacán.

San Nazario ha i suoi templi, le sue cappelle, le sue statue e le sue preghiere. Una recita così: “O Signore onnipotente, liberami da ogni peccato, dammi protezione benedetta attraverso San Nazario”. Un’altra, più toccante dice: “Luce benedetta della notte, difensore degli infermi, San Nazario Santo Nostro, sempre in te mi raccomando”. Non ci sarebbe nulla di strano, in un Paese religioso come il Messico, se san Nazario non fosse Nazario Moreno Gonzáles, alias “El Chayo”, narcotrafficante morto a 40 anni in una sparatoria molto cruenta con l’esercito il 9 dicembre 2010.

El Chayo era il leader del cartello della droga conosciuto come la Familia Michoacana, famoso perché invocava la “giustizia divina” contro il nemico, usando come arma le pallottole degli Ak47 dei suoi sicari. Le statue rappresentano san Nazario con una tunica e una spada, nella rappresentazione di un santo popolare benefattore. Le storie che girano su di lui lo dipingono come un evangelizzatore, che ha indottrinato molti membri della sua organizzazione alla fede. Durante il suo periodo di comando ha fatto aprire molti centri di recupero dalle tossicodipendenze, per tirare fuori dalla droga i membri del suo cartello. Una volta “ripuliti” veniva proibito ai futuri narcotrafficanti e sicari di consumare droghe. Una parte della disciplina quotidiana era dedicata alle orazioni religiose. Nazario, conosciuto anche con lo pseudonimo “el más loco” (il più pazzo), si faceva passare per un messia. Oltre all’opera evangelica offriva prestiti ai contadini, alle imprese, scuole e chiese e offriva molti aiuti sociali ai più indigenti. A questo El Chayo accompagnava una potenza di fuoco e una violenza spietata.

Sotto il suo comando ai corpi decapitati e torturati si accompagnavano messaggi che dovevano rassicurare la popolazione, in cui si diceva che donne, bambini e innocenti non sarebbero stati vittime della “giustizia divina” della Familia, ma solo chi meritava di morire. Nazario è stato ucciso in un conflitto a fuoco nella sua città natale, Apatzingán, ma il suo corpo non è mai stato consegnato, tanto che per un certo tempo si dubitava che fosse morto. Non è il primo santo popolare criminale. Per anni a Sinaloa si è venerato e si venera tuttora Jesus Malverde, ma quel santo rappresentava il banditismo di un’altra epoca. San Nazario è un santo moderno, armato della parola di dio e di Kalashnikov, che porta “giustizia” in una terra spolpata da una violenza che sembra non avere fine.

Il Fatto Quotidiano, 15 luglio 2012

(Nella foto La Presse, un corteo per “san” Nazario)

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