Giangiacomo Ruggeri, 43 anni, è stato seguito dalle videocamere dei carabinieri sul litorale adriatico mentre scambiava effusioni con una minorenne. Soprannominato "Don Server" per le sue abilità comunicative sul web, ha insegnato nell'istituto di scienze religiose Marvelli di Rimini
Il protagonista di questa storia si chiama don Giangiacomo Ruggeri, 43 anni, originario di Fossombrone (Pesaro-Urbino) e finora parroco della chiesa di Santa Maria ad Orciano. Ma anche portavoce del vescovo di Fano, monsignor Armando Trasarti, che oggi si dice “sconcertato”.
Don Ruggeri è anche stato docente del corso di 22 ore “Teoria della comunicazione ed etica dei new media” all’istituto di scienze religiose Marvelli di Rimini. Il direttore dell’istituto riminese, Natalino Valentini, si è affrettato a precisare: “La sua collaborazione si è conclusa con quest’unica attività del tutto marginale ed episodica, non più rinnovata negli ultimi due anni. Don Giacomo Ruggeri non ha mai ricevuto nessun incarico o mandato continuativo di docenza dalle autorità accademiche, né tanto meno è mai stato incardinato al corpo docente dell’istituto secondo quanto previsto dagli ordinamenti interni. Neppure è mai stato coinvolto in questi anni in alcuna attività pastorale della nostra diocesi”. Ma il suo curriculum è lungo e mostra una spiccata vocazione al mondo della comunicazione, tanto da guadagnarsi il soprannome “Don Server”. Direttore dell’ufficio Comunicazioni sociali alla diocesi di Fano, don Ruggeri, assistente degli Scout, dal 2003 è corrispondente dalla stessa diocesi per l’Avvenire, ma fra l’altro ha anche fondato la web tv “fanodiocesitv” appoggiandosi sulle frequenze di Sat2000.
Ora don Ruggeri si trova rinchiuso nel carcere di Villa Fastiggi, a Pesaro. Questa mattina alle 10 in una stanza dello stesso carcere si è svolto l’interrogatorio di garanzia condotto dal gip di Pesaro Lorena Mussoni. L’avvocato di don Ruggeri, Gian Luca Esposito, aveva già detto che “qualunque riferimento a forme di violenza nei confronti della minorenne sono destituite di ogni fondamento”. Ieri il legale ha fatto sapere che il suo assistito ha risposto alle domande degli inquirenti “in assoluta trasparenza e completezza di informazioni” alle domande: “Ha descritto il suo rapporto con i giovani, e cercato di chiarire le circostanze dell’unico episodio che gli viene contestato”, continua Esposito che, in attesa che la Procura senta la minore, non ha chiesto la scarcerazione. Il prete si è dichiarato pentito e dispiaciuto dell’atto commesso: “Non ero in me”
Nel frattempo Don Ruggeri è stato trasferito dall’isolamento ad una cella comune. Ma quali sono gli episodi che secondo l’accusa lo inchioderebbero? La denuncia è arrivata di recente dal bagnino dei bagni Torrette, nel Fanese. Davanti ai loro occhi, lo scorso 10 luglio, il prete si sarebbe scambiato effusioni con la ragazzina. Gli agenti sono arrivati di nascosto sul posto, senza notare nulla di che. Il commissariato di Fano, però, da quella notte ha iniziato a preparare una serie di video postazioni per riprendere eventuali nuove effusioni. Il 12 luglio sarebbe successo qualcosa: don Giacomo giunge in spiaggia di prima mattina insieme con la ragazzina. Pare comincino i primi gesti d’affetto: sotto l’ombrellone, dietro alcune cabine, nel percorso che porta alla spiaggia ma anche e soprattutto in acqua, dove sarebbe accaduto qualcosa di più di qualche tenerezza. In tutto, gli inquirenti hanno raccolto materiale per un paio d’ore di filmato. La decisione di arrestare il prete è stata presa per pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio.
I presunti abusi sulla tredicenne, che frequentava la parrocchia, sarebbero partiti circa un anno fa. Monsignor Trasarti, appena conosciuti i fatti, ha fatto diffondere questo messaggio: “Avendo appreso, tramite formale comunicazione dell’Autorità competente, la notizia delle indagini a carico del sacerdote Giangiacomo Ruggeri, di questa Diocesi, che hanno condotto alla sua custodia cautelare, il Vescovo esprime sconcerto e dolore per la gravità dell’accaduto e manifesta la sua piena solidarietà a chi è stato oggetto di abuso, con l’impegno di essere disponibile all’incontro e all’ascolto. Le ipotesi di reato contestate, che andranno opportunamente verificate dalla competente Autorità giudiziaria, attengono comportamenti immorali su un minore”. Il vescovo ha manifestato inoltre “piena fiducia nell’operato della Magistratura e rinnovata solidarietà alla Comunità cristiana così dolorosamente provata”.