Il Biscione, per far fronte al calo della raccolta pubblicitaria, ha incrementato di 150 milioni il piano triennale di risparmi. Ai sindacati è stata prospettata l'esternalizzazione della controllata Videotime, con i suoi 74 lavoratori e uffici in tutta Italia. Pronto un pacchetto di 8 ore di sciopero. Giornalisti di tutte le testate in agitazione
Mediaset inasprisce le misure anti-crisi. Il piano da 250 milioni di risparmi triennali deciso nel luglio del 2011 non basta più, vista la crisi economica e il calo della raccolta pubblicitaria. Così il Biscione decide tagli per altri 150 milioni di euro. Per un totale di 400 milioni, con l’esternalizzazione dell’intera struttura della controllata Videotime, con i suoi 74 lavoratori e le sedi regionali. Insorgono i sindacati, mentre i giornalisti di tutte le testate dichiarano lo stato di agitazione.
La revisione è emersa ieri nel tavolo che si è tenuto tra i rappresentanti dell’azienda e le sigle sindacali ed è stata motivata con l’ulteriore peggioramento del quadro macroeconomico con impatti sulla raccolta pubblicitaria del gruppo che nei primi sei mesi dell’anno è calata del 10% circa.
Nei mesi scorsi, il vicepresidente esecutivo Pier Silvio Berlusconi aveva già fatto riferimento a ulteriori misure di risparmio, oltre al piano da 250 milioni. Ma l’ammontare totale dei nuovi tagli non era mai stato comunicato: tali interventi, secondo il vicepresidente, erano da intendersi non come risposta alla crisi ma come aggiustamenti necessari per snellire la struttura Mediaset.
L’incremento di 150 milioni del piano di risparmio comunque è addirittura al di sopra delle stime ipotizzate negli scenari degli analisti. Tra le misure decise dall’azienda ci sarà il progetto di esternalizzazione di dieci sedi regionali della controllata Videotime, che si occupa dell’ideazione e realizzazione dei programmi tv. Lo scorporo del ramo d’azienda riguarderà 74 lavoratori che confluiranno in una newco di proprietà dell’ex dirigente Mediaset Renato Pizzamiglio. L’operazione comporterà per Cologno Monzese risparmi stimati in 2 milioni di euro annui.
Contro questi interventi insorgono i sindacati, che hanno pronto un pacchetto di 8 ore di sciopero che potrebbe già essere parzialmente applicato venerdì. Lo annuncia il segretario nazionale con delega all’emittenza della Uilcom-Uil, Pierpaolo Mischi, dopo il primo incontro di ieri tra l’azienda e le organizzazioni Sindacali, Uilcom-Uil, Slc Cgil e Fistel-Cisl. Mischi si è detto contrario all’operazione e ha parlato di “processo di espulsione di lavoratori e attività dal gruppo”. “Non e questo il modo giusto per cercare di contenere i costi – ha detto il sindacalista – e rilanciare l’azienda anche nell’attuale periodo di forte crisi, sia di fatturato sia di contrazione, negli investimenti pubblicitari”.
Solidarietà ai lavoratori di Videotime è stata espressa dai giornalisti di tutte le testate Mediaset (TG5, News Mediaset, TG4, Studio Aperto, Videonews, Sport Mediaset), che dichiarano lo stato di agitazione. In una nota del coordinamento dei comitati di redazione si parla di “grande preoccupazione per l’annunciata esternalizzazione del personale tecnico di tutte le sedi regionali del gruppo Mediaset, ovvero la cessione di un presunto ramo d’azienda che coinvolge 74 dipendenti della società Videotime e le strutture in cui oggi lavorano”.
“Un processo – di cui continua la nota congiunta – di cui a tutt’oggi non sono ancora chiari le modalità e i supposti benefici, ma chiarissimi i danni per la qualità dell’informazione”. E ancora: “I giornalisti chiedono all’Azienda di ritirare il piano di cessione delle sedi regionali Videotime, e la invitano a concentrare gli sforzi sull’informazione, in un momento tanto delicato come quello che il Paese sta vivendo”.