Passate parola

Elezioni 2013, Sabina Ciuffini: “Donne di tutta Italia unitevi” (in una lista)

L'ex valletta di Mike Bongiorno, autrice del sito unaqualunque.it, lancia una formazione al femminile per le prossime elezioni nazionali. E sulla Minetti dice: "Come succede che una ragazza giovane, che parla perfettamente l’inglese, si trova in quella situazione e decide di accettare quel tipo di compromesso?" 

Uno dice: ci mancano le vallette in politica. Ma questa non è una qualunque, anche se ha aperto un sito che si chiama proprio unaqualunque.it, forse per via dell’eredità de “L’uomo qualunque”. Sabina Ciuffini – valletta di Mike Bongiorno, nipote di Guglielmo Giannini e soprattutto donna – oggi ha 61 anni e un’idea. Siccome la politica è la prima spia dell’emarginazione femminile, cominciamo di lì: “Si parla tanto di bipolarismo e alternanza. Io propongo un’alternanza di genere”.

Veramente pare che l’alternanza – per niente alternativa – sarà Berlusconi-Bersani…
Bè la conosciamo l’alternanza che ci offrono: oggi comando io e domani pure. Ma a parte loro, sono molto colpita da una frase di Monti. “Siamo in un percorso di guerra”. Un nuovo gioco d’azzardo.

La crisi economica come impresa ludica?
Non potendo più fare una guerra vera, si devono accontentare di quella economica. Un videogioco, a botte di spread, dove i contendenti sono tutti maschi – i nostri figli più brillanti e squilibrati – che abitano una stratosfera assolutamente sconosciuta alla donna qualunque. In guerra le donne di solito fanno la differenza tra disastro e salvezza. Per questo…

…vuole fare un partito?
No. Io voglio che le donne italiane chiedano in maniera decisa agli uomini di fare tutti un passo – anzi no, dieci passi – indietro: loro sono fuori per una ragione di genere. Tutti: ma che gli vuoi dire a Bersani o Berlusconi?

Sarebbe diverso se il candidato premier fosse la Bindi?
Io penso che le donne impegnate in politica debbano mettersi a disposizione di questa ipotesi di alternativa di genere alla guida del Paese come consulenti straordinari.

È un appello?
Sì, a tutte quelle che hanno avuto esperienze politiche. Comprese quelle discusse, quelle che ci sono arrivate per vie traverse, perché avranno certamente informazioni utili. Vorrei creare una specie di intelligence delle donne.

In questa Spectre c’è posto anche per la rottamata Minetti?
Nel suo caso, vorrei che raccontasse come succede che una ragazza giovane, che parla perfettamente l’inglese (per inciso: il suo maggiore problema, perché secondo me è quello che ha sedotto Berlusconi), si trova in quella situazione e perché decide di accettare quel tipo di compromesso. Anche la sofferenza che ha attraversato: se io fossi sua madre sarei preoccupatissima.

Perché l’inglese ha sedotto Berlusconi?
Perché gli uomini anziani di questo Paese non lo sanno parlare. E lui avrà pensato: ma va benissimo per amministrare una Regione!

Vuol fare una lista da presentare alle politiche?
Certo. Dobbiamo individuare le candidate attraverso uno screening di tutto l’associazionismo femminile, cercando di stabilire intanto quello che non dobbiamo fare. Primo: eliminare il concetto di lotta politica tradizionale.

In favore di?
Un azzeramento della conflittualità, attraverso meccanismi di casualità che facilitino la ricerca della preparazione oggettiva e del carattere delle candidate. No alle primarie: producono opportunismi, bugie, indifferenza rispetto alle conseguenze delle balle che si dicono pur di essere eletti. Azzeriamo tutto alla base: sorteggio, appunto. La dinamica non è diversa da chi ha bisogno di un baby sitter.

Tipo ricerca del personale?
Sì: abbiamo bisogno di gente che lavori per noi, al servizio del Paese, non di star. Cercheremo le donne migliori in grado di servirci. Come le sessantenni: sono 10 milioni in Italia. E io lo so: è un’età in cui si diradano le nebbie e si capiscono un mucchio di cose, come i danni del malgoverno.

E poi?
Ci sono 19 milioni di donne italiane impegnate in modo attivo nel volontariato. Bisogna capire che il numero c’è, i voti sono già lì. Le donne devono solo allungare la mano, la nostra colpa è non vedere.

Come si mettono insieme queste donne?
Per ora sto facendo una raccolta fondi. Sto andando da una serie di persone ricche. Però non chiedo finanziamenti tramite aziende, in modo che magari siano deducibili dalle tasse. Non voglio che questo progetto pesi un Paese già schiacciato dalle tasse. Chiunque paga meno tasse, le fa pagare ad altri. Chiedo a queste persone finanziamenti liberali “di tasca loro”. Come partecipazione all’impresa.

Un po’ come ha fatto Santoro per Servizio Pubblico.
Esatto. Vorrei sdoganare la copiatura e voglio copiare le idee buone dei maschi: li abbiamo fatti noi i maschi, possiamo tranquillamente copiarli.

Quali altre idee?
Il sito Ted, che offre un palcoscenico da cui fare discorsi.

Il caro vecchio comizio?
Le manifestazioni, anche quando sono giuste, non servono. Comunque da settembre cominceremo con questi speech – su Internet, ma anche nei teatri e nelle scuole – fatti dalle donne che devono avere qualcosa da dire e devono imparare a dirla bene. Saranno la nostra campagna elettorale.

da Il Fatto Quotidiano del 15 luglio 2012