Il ritorno allo “spirito del ’94” e al marchio di Forza Italia non è motivato da una scelta stilistica e di immagine. E non si tratta solo di operazione nostalgia. Il vecchio logo torna alla ribalta per mettere il freno a un rosso di bilancio che potrebbe rimanere scoperto in caso di approvazione da parte del Parlamento del taglio dei rimborsi elettorali. Silvio Berlusconi infatti, dovrebbe risanare il “buco” del vecchio partito che non riceve più finanziamenti elettorali dal 2010 (quando ha incassato l’ultima tranche dei rimborsi relativi alle elezioni del 2006) e che era stato garantito per oltre 177milioni di euro di fidejussioni firmate dallo stesso Cavaliere, per garantire il movimento davanti alle banche e ai creditori. Per l’esattezza l’importo ammonta a 177.040.964.

Un dato che emerge dal bilancio di Forza Italia del 2011, analizzato da Franco Bechis su Libero e accompagnato dalla relazione del tesoriere Rocco Crimi, che a giugno avrebbe anche registrato il marchio di “Italia pulita” come contenitore alternativo del Pdl. Nei conti compaiono “un’entrata straordinaria per 4,6 milioni di euro e crediti complessivi iscritti per 21,6 milioni di euro”. L’origine delle somme è relativa a un accordo stipulato sotto forma di scrittura privata tra Forza Italia e il Popolo della Libertà alla vigilia delle politiche del 2008. Cifre che dovrebbero essere versate dal Pdl al partito nato nel 1994 in tre rate dal 2013 al 2015, ma che rischiano di essere compromesse dal taglio dei rimborsi elettorali. A specificarlo è lo stesso Crimi nella relazione al bilancio. Parla di evoluzioni gestionali per il 2012 che si presentano “sfavorevoli” e sono appese alla decisione delle Camere. In ballo c’è l’ultima tranche delle spese relative al 2008 che corrispondono a 20 milioni di euro ceduti pro-soluto (con la sola garanzia dell’esistenza del credito senza l’obbligo di rispondere dell’inadempienza del del debitore, ndr) a una banca. In tutto il Pdl deve alla banca oltre 20 milioni di euro. Un importo che, come scrive Crimi nella relazione “dovrà gravare in misura pari al 75% su Forza Italia”.

E il 75% era la quota che, nel nuovo contenitore del Pdl, spettava agli azzurri, tra poltrone e questioni economiche. Il resto era per l’ex partito di Gianfranco Fini. Alle elezioni 2008, Forza Italia decise di incassare subito la somma prevista per la legislatura, soprattutto per riassestare i conti del 2007. E oggi, scrive Bechis “grazie a quel precedente, tocca a Forza Italia pagare alle banche quei 18 milioni circa che non saranno incassati contrariamente a quanto previsto”. Fatti i conti, Forza Italia dovrebbe tenere aperto almeno fino al 2015 e sperare così di incassare i rimborsi dal Pdl. Anche se inferiori rispetto agli anni precedenti. Guardando i conti anche degli anni scorsi infatti, si giustifica ancor più la previsione gestionale “sfavorevole” evidenziata da Crimi: 61 debiti a bilancio nel 2011 con oltre 42 milioni di euro di patrimonio netto negativo (che includono quasi 4 milioni di euro di costi del personale) e 8 milioni di rosso. Insomma, il ritorno al vecchio è fatto anche per saldare i conti e salvare il patrimonio personale di Berlusconi. Ovvero le fidejussioni che ha firmato per garantire Forza Italia davanti a banche e creditori. 

 

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