Un’amica mi scrive: “Ho memoria di una farmacia comunale del Giambellino di fianco ad un’edicola, una farmacia che era uno dei cuori del quartiere… e ho maturato nel tempo l’idea che la farmacia comunale non sia solo parte del patrimonio della salute ma anche di quello sociale e culturale, un patrimonio fondato su valori come il vicinato, la conoscenza diretta del cittadino e dei suoi problemi e il senso di appartenenza alla comunità. Un quartiere privato di una farmacia comunale viene mutilato. E credo che alla base delle scelte di dismissione, ci sia un processo culturale che dai primi anni ’80 ha svilito la percezione del ruolo sociale svolto dalle farmacie pubbliche, cosi’ come e’ avvenuto per i consultori. alcuni erano reali eccellenze, era una miglior gestione da prendere in considerazione e non la loro dismissione… partire dall’idea che la logica per cui vennero istituite era di offrire un servizio laddove il privato non aveva interesse o convenienza ad andare e’ gia’ perdente perche’ significa accontentarsi dello spazio residuale che il privato lascia… il pubblico puo’ essere sociale e anche guadagnare e quindi funzionare bene”.
Le farmacie comunali non vanno toccate ma utilizzate come presidi nel territorio, ovvero come elementi di prevenzione che, uniti ai medici di base ed ai pronto soccorso, costituiscono la migliore rete preventiva e il miglior sistema di sicurezza sanitario del nostro paese. Sviluppiamo nuovi sistemi di prevenzione sul territorio ad esempio potremmo nelle farmacie comunali installare un tonometro a soffio, metodica non invasiva, per la misurazione periodica della pressione oculare.
Ancor più la presenza territoriale delle farmacie comunali è importante nei piccoli centri ed in quest’ottica si pone la relazione del Cda dell’Azienda Speciale Farmacie Comunali di Peschiera Borromeo in provincia di Milano che pone in evidenza come, in controtendenza rispetto ad altre realtà comunali limitrofe, l’apertura di una nuova farmacia comunale, nel comprensorio, non sia stata penalizzante.
Chiedo al Presidente del Cda Prof. Marco Galeone come è riuscito, in questo periodo di crisi economica che incide purtroppo anche sulla salute, ad ottenere bilanci attivi pur avendo aperto una nuova farmacia comunale?
“Il compito delle farmacie comunali non è quello di fare cassetto ma di svolgere servizi sociali mantenendo i bilanci in ordine ed investendo gli utili nei servizi stessi o accantonando una parte per aprire, come abbiamo fatto a Peschiera Borromeo lo scorso aprile, una nuova farmacia comunale senza pesare minimamente sul bilancio del Comune già provato dai tagli. Ottenere questi risultati è stato molto difficile e lo dobbiamo agli sforzi congiunti del Cda, che è composto da soli tre componenti che svolgono il loro incarico, ricevendone solo una modesta e simbolica remunerazione in relazione al tempo dedicato, e alla dedizione dei dipendenti (in numero molto limitato) che credono nel valore sociale dell’Azienda e si sentono partecipi dei lusinghieri risultati conseguiti”.
Qual’è il ruolo sociale delle farmacie comunali?
“I compiti che debbono svolgere le farmacie comunali sul territorio sono molteplici. Il più importante è quello di essere collocate nei quartieri o nelle frazioni più periferiche, trascurate dalle farmacie private perché meno remunerative. Non secondario è l’aiuto fornito agli anziani, ai disabili e ai pensionati offrendo particolari sconti sui prodotti in vendita, la consegna a domicilio e la fornitura gratuita di particolari servizi quali la misurazione della pressione arteriosa e del peso. Molto importante anche il collegamento con gli ospedali del territorio per la prenotazione di esami e visite specialistiche e la consegna dei referti direttamente in farmacia ed il collegamento con l’Asl per gli screening su particolari segmenti della popolazione. Inoltre la farmacia comunale ha anche un ruolo di calmiere dei prezzi sia sugli esami ematici, eseguiti nelle farmacie, che sui prodotti in vendita perché, per non perdere clientela, i privati devono adeguarsi ai prezzi praticati dalle comunali”.
Prendiamo esempio da questa realtà del milanese, in cui gli abitanti si sentono gli azionisti di una loro azienda comunale, per lottare contro la chiusura delle farmacie comunali che devono tornare ad essere un Bene Comune del cittadino.
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