Pillola del giorno dopo gratis anche per gli studenti universitari. È l’annuncio del ministro per la Salute francese Marisol Turaine, che ha dichiarato giovedì scorso il suo impegno a far sì che tutte le infermerie delle università siano autorizzate a distribuire il farmaco agli studenti. Durante la visita al “planning familial” di Cergy-Pointoise (Val d’Oise), il ministro ha inoltre annunciato un secondo provvedimento che autorizza i farmacisti a fornire la pillola del giorno dopo agli studenti senza una ricetta recente (dovrà essere soltanto non più vecchia di un anno).
In Francia, dal 2000, i minorenni possono avere accesso alla contraccezione d’emergenza, sia nelle infermerie scolastiche che nelle farmacie. Con il nuovo provvedimento annunciato dal ministro per la Salute, le cose miglioreranno anche per le altre fasce della popolazione. La decisione è in linea con le promesse fatte in campagna elettorale dal Presidente della Repubblica François Hollande che aveva promesso di arrivare a un pieno rimborso dell’aborto e alla creazione di un centro per l’aborto in tutti i grandi ospedali. “L’accesso all’interruzione di gravidanza dev’essere possibile per tutti”, ha sottolineato il ministro, che si è detto preoccupato soprattutto del periodo estivo, quando è più facile trovare centri e strutture con minore personale o chiusi. L’intenzione è quella di garantire la possibilità di abortire a tutti, anche riaprendo centri chiusi “durante il governo precedente”, come ricordato da Touraine.
Anche in Italia da qualche anno è possibile la vendita del farmaco comunemente chiamato “pillola del giorno dopo”, anche se le modalità di distribuzione sono molto diverse. Il farmaco è costituito da due preparati chiamati Levonelle e Norlevo che contengono una dose di due compresse di Levonorgestrel (Lng), da prendere l’una a distanza di dodici ore dall’altra e non più di 72 ore dopo il rapporto. Per ottenere tale pillola è necessaria una ricetta nominativa e utilizzabile una volta sola, la quale rientra nella categoria “prescrizioni d’urgenza”, e che non prevede nessun tipo di diagnosi. Infatti la pillola, rientrando nella “Classe 1” dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), non presenta restrizioni d’uso e dunque deve essere prescritta senza previa una visita vaginale o un’ecografia.
Molto spesso però farmacisti e medici in Italia, fanno ricorso all’obiezione di coscienza che rende più difficile alla donna potersi procurare il farmaco. A mancare in Italia è una normativa specifica che possa regolare tale situazione, al di là della legge sui consultori e quella sull’aborto. I professionisti della sanità pubblica, e in questo caso i ginecologi, che praticano l’obiezione di coscienza in Italia sono, secondo i dati del 2009 riportati dal ministero della Sanità l’agosto scorso, il 70,7% del totale, con dati regionali che non scendono mai al di sotto del 52%, ad eccezione della Valle d’Aosta (18%).
La decisione francese fa scalpore in Italia, dove ancora calde sono le polemiche per l’arrivo sul mercato della pillola dei cinque giorni dopo, accusata di essere un farmaco abortivo e non un concezionale di emergenza.