Il Tour si ferma, e il giorno di riposo fa male. Dopo l’arresto di una settimana fa di Remy Di Grégorio, francese della Cofidis coinvolto in un presunto traffico di sostanze illecite, alla vigilia della terza settimana un altro caso di doping scuote la Grande Boucle. Ma stavolta di proporzioni ben diverse. Perché a finire sotto accusa è un nome di primissimo piano del ciclismo mondiale. Si tratta di Frank Schleck, fratello maggiore di Andy (il grande assente dell’edizione di quest’anno), terzo l’anno scorso e quinto nel 2008 e nel 2009.

Oggi Frank non sarà al via della 16esima tappa. Colpa della positività riscontrata nel corso di un controllo antidoping a cui il campione lussemburghese era stato sottoposto sabato scorso. Nelle sue urine sono state trovate tracce di Xipamide, un diuretico che non costituisce di per sé sostanza dopante ma la cui assunzione è comunque vietata dai regolamenti.

La comunicazione della positività di Schleck è stata data ieri sera dall’Uci (Unione ciclistica internazionale), attraverso una nota che già indicava tutti i passi conseguenti. Pur specificando come il corridore avesse il diritto di chiedere le controanalisi e il codice anti-doping non prevedesse alcuna sospensione per questo genere di sostanze, l’Uci invitava la squadra di Schleck ad “adottare le misure necessarie per permettere al Tour de France di proseguire in piena serenità”. Cosa che è puntualmente avvenuta. Il Team Radioshack ha ritirato dalla corsa il suo capitano: “È la cosa giusta da fare. Per quanto riguarda lo Xipamide, il team può solo dire che non è una sostanza presente in alcuna medicina fornita dalla squadra. Il motivo per cui è finita nel campione di urine di Schleck ci è ignoto”, recita il comunicato.

Il caso è delicato e avrà lunghi strascichi. Per il momento si può solo ricordare che lo Xipamide è un principio attivo diuretico utilizzato contro ipertensione ed edemi. Ma che può anche servire a eliminare più velocemente tracce di altre sostanze assunte, o a ridurre la massa ematica in seguito a una trasfusione sanguigna (una delle pratiche dopanti più pericolose). Si attendono sviluppi.

E pensare che Frank Schleck finisce incastrato nelle maglie dell’antidoping proprio in quella che è senza ombra di dubbio la peggior stagione della sua carriera. Una figuraccia rimediata al Giro d’Italia, dove si era presentato all’ultimo momento con i gradi dell’outsider salvo poi ritirarsi senza gloria alla 15esima tappa, dopo una corsa rimasta nel totale anonimato. “Punto tutto sul Tour”, fu la giustificazione. Ma neanche in terra di Francia le cose stavano andando meglio: disastroso a cronometro, impalpabile in salita (suo terreno di caccia), era solo 12° in classifica, staccato di quasi dieci minuti dalla maglia gialla di Bradley Wiggins.

Quest’anno Frank proprio non andava. Se l’“aiutino” c’è stato, certo non ha sortito gli effetti desiderati. Ma è una magra consolazione. L’incubo doping è tornato, il ciclismo e il Tour de France tremano di nuovo.

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