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La Grecia è marcia e la filosofia non c’entra niente

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Da quando la Grecia è sprofondata nella crisi, che rischia di trascinarci tutti nel baratro, si susseguono gli appelli di intellettuali d’ogni sponda che puntano il dito contro la prepotenza della finanza e ci ricordano quanto la nostra civiltà debba alla cultura greca.

“Non si può calcolare tutto in denaro” e “l’Europa non esisterebbe senza il pensiero greco”, ci assicurano tanti opinionisti insofferenti alla poca considerazione di cui gode la filosofia nel calcolo dello spread. Anche in Grecia, la vecchia guardia culturale alimenta il vittimismo e soffia sul fuoco sognando riscossa dalle rovine dei templi. Ma i paladini del neo-ellenismo confondono due Grecie ben diverse. Quella che sta rischiando il tracollo e la bancarotta non è la Grecia del liceo e dell’accademia bensì uno stato arretrato e corrotto, che ha falsificato i conti per entrare nell’euro. Per decenni una classe politica scellerata ha dilapidato le risorse del paese per favorire le proprie cricche e si è lanciata in un’insensata corsa agli armamenti inventando una falsa minaccia turca per giustificarla. Così fa ogni regime che voglia distrarre l’attenzione della sua opinione pubblica dai problemi veri del paese.

Ad Atene neanche la crisi ha però turbato i sonni dei poteri forti. Ad esempio, ancora oggi in Grecia la chiesa ortodossa gode di un regime fiscale vantaggioso, profitta di privilegi inauditi e influenza la società imponendo i suoi valori. Un esempio valga per tutti: in Grecia le donne nubili hanno diritto a una pensione. Ecco una concreta manifestazione del pensiero della chiesa ortodossa e di come incide sulla società: non avere marito è una specie di invalidità che va compensata. È comprensibile allora che tanti tedeschi storcano il naso ad aprire le loro tasche per tenere questa Grecia a galla. Alla fine diventa una questione di valori e chiaramente quelli dell’Europa del nord razionale e protestante sono molto diversi da quelli della Grecia moderna, un paese quasi teocratico, sempre tentato dal militarismo, dove lo Stato è inesistente e il potere vero è controllato da una plutocrazia occulta che tiene i suoi capitali ben lontani da Atene. Gli intellettuali che con tanta disinvoltura oggi si schierano a difesa della Grecia dovrebbero riflettere bene su cosa stanno difendendo.

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