I militanti di estrema destra si sono sentiti diffamati dalle parole di Albertina Soliani rilasciate a mezzo stampa: "Rimandiamo al mittente le accuse. Con noi, proprio a Parma, militano anche ragazzi di colore e di origine straniera"
La tensione tra la senatrice Soliani e CasaPound era cominciata dopo gli scontri del 12 maggio tra militanti dell’associazione di estrema destra e antifascisti davanti al circolo Minerva, che è anche uno storico ritrovo del Comitato antifascista Montanara. I poundini si erano diretti contro il locale armati di bottiglie e bastoni ed erano stati respinti dagli antifascisti, con il risultato di alcune persone ferite in modo lieve e di qualche auto danneggiata. Era stata proprio la senatrice Soliani ad avvisare le forze dell’ordine e il questore di quanto accaduto. E sempre la Soliani, pochi giorni dopo, aveva presentato un’interrogazione urgente al ministro degli Interni, denunciando i fatti di Parma e chiedendo la chiusura della sede dell’associazione.
I militanti di CasaPound avevano scaricato la colpa sui militanti di estrema sinistra, colpevoli di averli insultati e attaccati, e quindi avevano chiesto un confronto con la senatrice, che tuttavia aveva dichiarato di non avere mai ricevuto inviti dall’associazione. Infine il 30 giugno, a poche ore dalla manifestazione organizzata dal Comitato antifascista Montanara proprio per chiedere la chiusura della sede di CasaPound a Parma, Mora e i suoi in una conferenza stampa avevano promesso che avrebbero querelato la Soliani. E così è stato.
“Nessuno – conclude Mora – può permettersi di diffamare in questo modo la nostra associazione e credere di non doverne poi rispondere in sede legale, per cui diffidiamo chiunque dall’accostarci a teorie che non ci appartengono e che possano ledere in qualsiasi maniera all’immagine di CasaPound Italia. La nostra associazione si occupa di politica, cultura, sport e volontariato, non certo di teorie antisemite o di razzismo”.