Soldi, tanti soldi, per le campagne elettorali di Roberto Formigoni. Pagati da Pierangelo Daccò, il superfaccendiere della sanità, con denaro della Fondazione Maugeri. È il capitolo forse più delicato dell’informativa della Polizia giudiziaria di Milano, sezioni Guardia di finanza e Polizia di Stato, intitolata “Le utilità a favore del presidente di Regione Lombardia” e mandata ai pm che indagano su San Raffaele e Maugeri. Un possibile finanziamento occulto di circa 700 mila euro per la campagna elettorale del 2005 e uno da almeno 600 mila per quella del 2010. Un totale di oltre 1 milione e 300 mila euro per sostenere l’amico politico al Pirellone, da far rieleggere presidente per poter continuare ad avere una sponda utile per avere “porte aperte” in Regione.
SULLE ULTIME elezioni regionali, quelle del 28-29 marzo 2010, Costantino Passerino, direttore amministrativo della Maugeri, nei suoi interrogatori racconta: “Ho avuto modo, in queste settimane, di ricordare un episodio specifico relativo a una dazione di denaro corrisposta da me, su autorizzazione del prof. Maugeri, a Pierangelo Daccò. In particolare, all’inizio del 2010 (ricordo il mese di gennaio), Daccò mi disse che era necessario reperire dei fondi per le elezioni politiche del 2010. In particolare, mi chiese un versamento immediato di un importo di 600 mila euro come contributo alle elezioni (…) Daccò mi disse chiaramente che servivano per le elezioni regionali senza specificare chi ne fosse il destinatario. Per me era scontato che le somme fossero destinate al governatore Formigoni e più in generale al Pdl in quanto Daccò aveva sempre, in passato, fatto riferimento a questi soggetti come suoi referenti politici. In quella occasione dissi a Daccò che, se il presidente Maugeri avesse espresso parere positivo, sarebbe stato però opportuno l’invio di un ‘segnale’ formale di ringraziamento da parte dei beneficiari del contributo/pagamento. Daccò era d’accordo con me e mi assicurò che avrebbe fatto presente questa esigenza”.
I SOLDI partono: “Rilevo”, dice Passerino, “che, tra gennaio e aprile 2010, dal conto Ramsete sono transitati sul conto Sikri circa 800 mila euro”. C’è anche il giallo del bigliettino di ringraziamento (non ritrovato). Umberto Maugeri lo descrive così: “Era un cartoncino rettangolare scritto a mano, forse anche con il logo della Regione Lombardia. Devo dire che mi colpì perché iniziava con la frase ‘Caro Umberto’ che evidentemente è singolare se usata tra persone che non si conoscono. Per il resto ricordo che nel biglietto c’era scritto ‘Desidero ringraziarti per la tua dimostrazione d’amicizia, cari saluti, Roberto’”. Passerino: “Per quello che mi risulta, il biglietto arrivò un mese/un mese e mezzo dopo le elezioni, non so se per posta o per altra via. Preciso di avere visto sulla scrivania il biglietto, ma di non averlo letto personalmente. Ma che Maugeri mi disse: sono arrivati i ringraziamenti di Formigoni”. Maugeri fa capire che non si fidava del tutto di Passerino e Daccò: “Chiesi il bigliettino sia perché ritenevo doveroso da parte del presidente almeno di ringraziarmi, sia perché volevo essere sicuro che la somma fosse arrivata a destinazione e quindi come garanzia dell’avvenuto trasferimento del denaro a favore di Formigoni”.
LA POLIZIA giudiziaria rileva che “appare difficile procedere alla compiuta ricostruzione delle modalità con cui Passerino ha messo a disposizione di Daccò il contributo elettorale” da 600 mila euro. Anche se dai documenti bancari emerge che il 21 aprile 2010, tre settimane dopo le elezioni regionali, c’è un versamento a Daccò proprio di 600 mila euro. Una cifra simile era stata anticipata da Daccò qualche mese prima: “In data 22 febbraio 2010, quindi in piena campagna elettorale, Daccò esegue effettivamente un consistente versamento in contanti di euro 564 mila”. Daccò ammette di aver chiesto i ringraziamenti di Formigoni, ma poi sostiene che quei soldi se li è tenuti lui. Annota la polizia giudiziaria: Daccò ha reso ai magistrati “una mera dichiarazione di circostanza resa allo scopo evidente (…) di non coinvolgere l’amico politico in un’operazione che appare racchiudere in sé tutti gli elementi per essere considerata una operazione di finanziamento illecito” . Ancor più difficile rintracciare la pista dei soldi per la campagna del 2005, ammettono gli investigatori nella loro informativa inviata ai pm Francesco Greco, Luigi Orsi, Laura Pedio, Gaetano Ruta e Antonio Pastore. Ma una traccia la indicano: nei contratti che la società Mds (di Passerino) stipula con Mtb (società di Daccò). È un modo per far affluire soldi dalla Fondazione a Daccò, che poi li usa – nell’ipotesi dell’accusa – per ungere le ruote e “aprire le porte” in Regione. Nel gennaio 2005 le due società stipulano un contratto per 700.361 euro. “Dietro l’ingente pagamento del 2005, effettuato da Mds in favore appunto di Mtb, alla luce delle dichiarazioni rese soprattutto da Passerino, potrebbe celarsi, in realtà, un illecito finanziamento elettorale in favore di Roberto Formigoni per le elezioni del 3-4 aprile 2005”. Così ipotizzano gli investigatori. Che cosa dice Passerino a proposito? “In precedenza non ci era mai stato richiesto un contributo elettorale ma, in occasione della campagna elettorale, eravamo stati sollecitati a saldare al più presto quanto da noi dovuto per prestazioni eseguite. Sono sicuro che a cavallo dei periodi elettorali troverete pagamenti frequenti e consistenti”. E ancora: il versamento dei 700 mila euro del 2005? “Potrebbe trattarsi di uno di quei pagamenti ai quali ho fatto riferimento”. “Daccò mi aveva rappresentato l’esigenza di disporre di somme di denaro importanti per provvedere alle esigenze dei suoi ‘referenti’ che in quel periodo diventavano più pressanti”.
CAUTI, gli investigatori concludono: “Occorre precisare che le indagini esperite, sebbene allo stato non risulti un passaggio diretto di fondi, dalle società riconducibili a Daccò in favore di persone fisiche e/o giuridiche impegnate nella campagna elettorale del 2005 per l’elezione del presidente della Regione Lombardia, hanno consentito comunque di appurare che Daccò poteva disporre di rilevanti somme di denaro contante, cui poteva tranquillamente attingere per far fronte agli impegni economici elettorali del candidato Roberto Formigoni”.
Da Il Fatto Quotidiano del 20 luglio 2012