Alla ricerca di un bambino…
Ciao Nina. Ho 37 anni, un compagno che amo e con cui convivo da 4 anni. L’anno scorso abbiamo iniziato a provare ad avere un bambino. Sono 11 mesi che spero in un ritardo e sogno di poter dire al mio uomo: sono incinta. Ma questo bambino non arriva. Eppure il mio ginecologo dice che io sono “perfetta”, nonostante i miei anni. Qualche settimana fa lui fa uno spermiogramma e il risultato dice: neanche 2 milioni di spermatozoi al ml. Pochissimi rispetto alla norma. Noi continuiamo a provare ma comincio ad avere paura e già mi vedo affrontare un lungo e costoso calvario, di cui non so assolutamente nulla se non poche cose confuse, per concederci la gioia di essere genitori.
Francesca
Cara Francesca,
io non sono mamma e soprattutto non sono una ginecologa, ma la prima cosa che mi viene da dirti è rilassati. Affrontando la materia per motivi professionali e anche, se vuoi, personali (amiche/sorelle con il tuo stesso problema) ho capito che la paura è il primo nemico in questi casi. Rimanere incinta è molto meno facile di quanto si creda e moltissimo influisce il fattore psicologico (lo sapevi ad esempio che arrivando all’orgasmo puoi facilitare il concepimento?). L’accanimento è un altro grande nemico: più ginecologi mi hanno rivelato che avere molti rapporti consecutivi nei giorni fertili è addirittura controproducente: il liquido seminale ha bisogno di “rinnovarsi” e sarebbe meglio avere rapporti a giorni alterni (consiglio della nonna: dopo il rapporto mettersi con le gambe appoggiate al muro, nella posizione della “candela” per facilitare il cammino degli spermatozoi verso gli ovuli). Per tornare al tuo problema: intervistando il Prof.Fabrizio Cerusico che si occupa di infertilità ho capito che sicuramente un valore basso di spermatozoi rende tutto più difficile, ma è necessario approfondire la situazione caso per caso. Non ti demoralizzare, un solo esame di liquido seminale non fa diagnosi, ne servono almeno tre (uno al mese). Successivamente bisogna fare una media sui valori di concentrazione e motilità. A volte basta un semplice raffreddore e gli spermini si “deprimono” e perdono la corsa della vita! :)
In ogni caso oggi la scienza ci dà diverse possibilità che hanno un costo sia economico che psicologico, ma che per lo scopo che tentano e spesso riescono a raggiungere, io credo siano impagabili. Si va dalla dall’inseminazione semplice(al momento dell’ovulazione lo sperma prelevato viene iniettato attraverso un catetere nelle tube), a tecniche più sofisticate come la IMSI, che si basa su una preselezione dello sperma (ingrandendo lo spermatozoo 7 mila volte consente di vedere e rilevare anomalie negli spermatozoi). Iniettando lo sperma selezionato nell’ovulo prelevato dalla donna, si fertilizza un embrione e successivamente questo viene trasferito in utero, con ottimi risultati. Senza dimenticare un’altra tecnica di fecondazione medicalmente assistita, la fecondazione eterologa che guarda alle coppie in cui uno dei due partner è totalmente infertile. In questo caso ci si rivolge ad un donatore di spermatozoi o di ovuli esterno alla coppia. Solo che sei sei italiano non lo puoi fare, non in Italia, a causa della legge 40 del 2004, una delle leggi più miopi e incivili nella storia delle leggi miopi e incivili. Quella che, cito il dottor Cerusico, “Sei cacciata dal tuo paese per fare quello che si potrebbe fare in Italia”. Quella che nega la gioia e il diritto di diventare genitori a chi non ha abbastanza soldi per andare all’estero. Quella che aggiunge tanta rabbia al dolore che sempre accompagna la ricerca di chi arriva a questo punto.
In bocca al lupo Francesca, fai le scelte giuste, affidati a specialisti seri e preparati, ma continua anche a fare l’amore tifando per uno di quei due milioni di spermatozoi.
Corde, Fruste, sfumature di grigio: siamo tutti “mistress” e “slave”?
Cara Nina,
Ho da poco finito di leggere i due libri di E.L James, “Cinquanta sfumature di grigio” e “Cinquanta sfumature di nero”: Anastasia, la protagonista del libro, sembra abituarsi in fretta a pratiche come le frustate, le sculacciate, le pinze per i capezzoli e altre cose simili. Cosa c’è di piacevole secondo te nell’essere sottomessi, umilati, a volte anche in modo violento? E’ vero che nel sesso sadomaso il piacere supera il dolore?
Grazie
Elisa 28 anni, Como
Elisa cara, ti rispondo da profana, come al solito, ma con una piccola esperienza in materia. Qualche mese fa, nel tentativo di raccontare il mondo del Bdsm (Bondage discipline dominance submission sadism masochism)e di raccontarlo senza farmi sopraffare dai pregiudizi, mi sono trasformata prima in una “mistress”, MisNina, ovvero in una dominatrice e poi in una “bondagette”, ovvero in una “donna da legare”, una sottomessa (come Anastasia, la protagonista dei libri in questione, a cui addirittura, poveretta, viene chiesto di suggellare questo suo ruolo con una firma su un contratto). Ho partecipato a due eventi per appassionati: ce ne sono tantissimi, non si fa sesso ma si creano le condizioni per dare piacere, per eccitare. In entrambi i casi per non andare impreparata, ma soprattutto perché con queste cose non si scherza, mi sono fatta aiutare da due esperti, Davide la Greca, un maestro “nell’arte di legare il corpo per liberare l’anima” e Beatrice Gigliuto, alias Red Lily, una vera e molto famosa “mistress” (a dirla tutta una ragazza carina e morbidamente in carne, una che credo faccia la ragioniera e ti sorride come se fosse la sorellina buona di Puffe ta, ma poi si veste di pelle, si arma di fruste, frustini, palette e va a dominare l’universo maschio che si prosta adorante ai suoi piedi).
Ecco come è andata. MisNIna: a parte il momento memorabile del mio ingresso in tutù di latex, tacco 52, guanti di pelle e frustino devo confessare di non aver mai visto tanta gratitudine negli occhi di un uomo sul quale mi sono applicata – nel senso sessuale del termine – come quella che ho visto nel ragazzotto tatuato che si è tirato su la gonnella borchiata pregandomi di essere frustato e poi sculacciato da una me in versione Crudelia de Mon. L’ho fatto, applicando le tecniche dello spanking che mi erano state insegnate (ovvero della sculacciata da professionista, sia a mani nude che con l’ausilio di “strumenti”, ndr). Ora, ad ogni vergata io mi sentivo più in colpa, ma lui era pazzo di gioia, in preda ad un vero piacere orgasmico. Se ne è andato dopo una mezz’oretta, pieno di ematomi e di gratitudine, inchinandosi fino a quando non è scomparso dalla mia visuale. E io ho capito che in quel nostro gioco il vero padrone era lui, il mio slave per una notte, perché aveva deciso di mettere nelle mie mani la sua libertà e il suo piacere stava proprio in questo: nel suo abbandonarsi totalmente a me. Io, pur non eccitandomi neanche un po’, ho iniziato a divertirmi perché ho colto il reale godimento che stavo regalando.
Non è una cosa facile da comprendere e nemmeno da spiegare in poche righe, ma credo che il dolore venga declinato in una forma estrema di piacere: il dolore è solo una delle caselle del gioco, un’esperienza dei sensi in cui ci si affida totalmente al dominante, a cui è “concesso” tutto. Questo abbandonarsi al controllo dell’altro, sia come preliminare che come atto sessuale vero e prorpio, è molto eccitante per il sottomesso perché non ha più responsabilità e non deve gestire più nulla se non le proprie sensazioni che sono amplificate. E questo concetto, estremizzato, è anche alla base del bondage: per quanto mi riguarda con le corde non ho avuto molto feeling. Da “bondagette” ho un po’ sofferto e mi sono sentita in imbarazzo a starmene sospesa da dei moschettoni mentre Davide passava sul mio corpo oggetti comuni che io però immaginavo essere “la qualunque”! Ma, ci tengo a sottolinearlo, non mi sono mai sentita in pericolo sebbene il bondage possa diventare un gioco pericoloso soprattutto se ci si affida a mani inesperte e se non se ne conoscono le regole. In ogni caso, lo posso dire con certezza: dentro di me non vive nessuna Anastasia.
PS: Complimenti per la buona volontà e la dedizione alla signora E.L.James e ai suoi scritti fantasiosi. Non serve essere una “bondagette” esperta per capire che la nostra Erika al massimo nella vita ha fustigato e legato il tacchino per la cena di Natale e il bellissimo Christian “MrManiaco del controllo” che ci propina, altro non è che un concentrato di sessuossime fantasie erotiche da the delle cinque. D’altra parte è stupido che io mi stupisca e, anzi, mi inchino con ammirazione: 20 milioni – e oltre – di copie vendute… Scommetto che la signora ci rifilerà anche 50 sfumature del verde cachi e del marrone bruciato. Chi non lo farebbe al suo posto?
NOTA PER I MIEI ACCANITI, FEROCI E ATTENTI COMMENTATORI:
Questa rubrica non vi piace, fa orrore al vostro cervello impegnato, vi fa accapponare la pelle radical chic. Questa rubrica vi piace (molto meno). Questa rubrica scatena il giornalista, il sessuologo, lo psicologo, il marito, la moglie, la mamma, il filologo, la persona seria, il filosofo, il giudice, la comica, l’esperto di semantica e il “citatore” compulsivo che è in voi. Che magari siete tutti giornalisti, sessuologi, psicologi ecc ecc… Ma io non lo so e i vostri nickname non aiutano. E comunque non è importante. Questa rubrica, per quanto mi riguarda, raggiunge uno dei suoi scopi: farvi discutere, far concentrare la vostra attenzione, la vostra intelligenza sulle storie “normali” di chi trova il coraggio di affrontarVi e di affrontarmi… Non credo sia stato facile per D. confessare, la settimana scors,a il suo “segreto” – quel suo bisogno incontrollabile di andare ad escort – a una sconosciuta, ma se l’ha fatto evidentemente ha pensato che “conosciuti” o “conosciute” della sua vita non avrebbero nemmeno voluto ascoltarlo. Sono felice che il suo caso vi abbia tanto fatto agitare.
Il mio “consiglio da bar” – consiglio che tale vuole essere: non capisco come possiate pensare di trovare la Bibbia della vita qui! Questa è solo una rubrica di posta e di scambio di opinioni e di esperienze diverse, ma comunque, credo, rispettabili – di non prendersi in giro e di farsi delle domande sul rapporto ormai spento con sua moglie, anche e soprattutto nei confronti di questa donna che spero abbia amato almeno in passato, probabilmente avrà sfiorato D., ma sono certa che molto di più gli siano serviti i vostri commenti. Qualcuno più qualcuno meno. Credo che “mischiarsi”, scendere dal proprio piedistallo egoriferito e pieno di punte faccia bene e se ancora bisogna sottolinearlo allora vi lascio con una frase dell’accademico e fine umorista Georges Courteline: “Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo buongustaio”.
E allora, con tutto il rispetto, mi lecco i baffi idioti.
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