La Corte dei conti sta indagando sulle uscite del Comune di Carnago, un paese di 6000 abitanti della provincia di Varese. A finire sotto la lente dell’organo di controllo contabile sono le spese di rappresentanza compiute nel 2011. Del resto, in tempi di spending review, è sacrosanto tenere a bada i costi inutili, quindi bando alle auto blu, ai viaggi e ai rimborsi folli, ma ad essere solerti alle volte si rischia anche qualche scivolone.
Il sindaco di Carnago, Maurizio Andreoli Andreoni (Pd), è letteralmente trasalito quando ha letto le poche righe della richiesta che ha trovato sulla scrivania il 18 luglio scorso: “Al fine di completare l’esame del prospetto spese di rappresentanza sostenute nell’anno 2011 – si legge nel documento – trasmesso da codesto Comune in data 25.06.2012, si prega di voler fornire maggiori dettagli in relazione alle spese di euro 185,60 per acquisto di prodotti per auguri natalizi e di euro 150 per servizio di catering rinfresco auguri natalizi”.
Insomma, la sezione regionale di controllo per la Lombardia della Corte dei Conti, adempiendo pedissequamente alle proprie funzioni, ha chiesto di conoscere il dettaglio di spese sostenute per un totale di 335 euro e 60 centesimi, un ammontare che, come ha fatto notare il primo cittadino carnaghese, probabilmente è inferiore al costo dell’istruttoria stessa.
Il sindaco non è voluto stare a guardare e ha deciso di far sapere a tutti quanto gli è capitato: “Abbiamo fatto di tutto per stringere i cordoni della borsa e rispettare il patto di stabilità e i vincoli di spesa imposti a noi come agli altri comuni d’Italia – ha detto Andreoli Andreoni – la cosa che ci lascia senza parole è che proprio a noi vengano a fare le pulci per una spesa minima, sostenuta non per capriccio, ma per ringraziare chi offre un servizio vero al paese. Oltretutto i panettoni li hanno acquistati alcuni dipendenti del Comune fuori dall’orario di lavoro e a titolo completamente gratuito”.
Non solo. Il primo cittadino di Carnago ha anche posto l’accento sull’andamento delle spese di rappresentanza sostenute dal suo Comune, che sono state ridotte dagli oltre 15mila euro del 2009, ai circa 900 del 2010 fino ai 664 del 2011: “È doveroso che i comuni riducano certe spese, soprattutto in un momento in cui sono chiesti sacrifici a tutti e si fatica a trovare risorse da destinare ad altre voci di bilancio sicuramente più importanti. Noi ci siamo attenuti alle regole e abbiamo subito provveduto a comprimere questa spesa, lo dimostrano i dati. Ma il buon senso non dovrebbe mai venire meno. Abbiamo un bilancio di oltre 5 milioni di euro e non abbiamo mai sforato il patto di stabilità. Ho addirittura ridotto i dirigenti da 4 a 3, quando altri comuni delle stesse dimensioni ne hanno il doppio. Io stesso mi sono dimezzato l’indennità per risparmiare. La politica dei tagli lineari porta a queste assurdità, con un organo di controllo che si concentra su 300 euro pagati per un po’ di panettoni e un rinfresco offerto a pochi volontari che lavorano gratuitamente per il bene della collettività, è un paradosso”.
Un paradosso che assume proporzioni ancora più grandi se paragonato alle mille spese inutili che ogni giorno capitano davanti al naso dei cittadini, ai tanti sprechi che la politica avalla nei propri livelli superiori: “Non mando nemmeno più gli auguri di Natale via lettera – ha concluso Andreoli Andreoni – ma faccio tutto via mail: non credo di essere un sindaco spendaccione”.