Il consigliere regionale lombardo convoca i suoi ad Albinea e spara a zero sulle alleanze: "Non si va al governo nazionale con Casini che ha governato assieme all'ex presidente del consiglio. È una questione di civiltà politica, se no la gente non capisce più niente. Meglio Di Pietro e Vendola"
Più che rottamatori, si definiscono “i preclusi”, quelli che all’Assemblea del Partito Democratico domenica scorsa hanno portato proposte concrete su matrimoni gay e primarie e non hanno potuto votarle. E se gli animi sembrano meno amareggiati del previsto, su un punto il consigliere Civati è irremovibile: “Non si va al governo nazionale con chi ha governato con Berlusconi premier. È una questione di civiltà politica, se no la gente non capisce più niente. Credo che se il Pd sceglie di allearsi con Casini, lasciando a casa tutta l’altra sinistra, il problema diventa grave per tutti. Le alleanze si costruiscono sulle cose da fare. Però cominciamo a parlarne”. Dure parole che seguono le dichiarazioni di ieri di Casini che ha definito i matrimoni omosessuali “contro natura” e che Pippo Civati insieme a Ivan Scalfarotto, vice presidente del Pd ha condannato come non degne di un paese civile.
A “Prossima Italia”, si discute di sinistra e cambiamento: “10 cose buone per l’Italia la sinistra deve fare subito” è il libro presentato per l’occasione e che lancia alcune sfide ad uno schieramento che deve intervenire, dicono, prima che sia troppo tardi. “Se votassimo oggi,- dice Civati, – il Partito Democratico rischierebbe di perdere. Domenica ho visto un partito arroccatissimo, preoccupato del futuro, titubante, molto di vertice. Dobbiamo dare l’immagine che governiamo nel 2013 e non nel 1994. Se a destra rischiano di avere Berlusconi per la sesta volta, noi dobbiamo avere il coraggio di proporre soluzioni nuove”.
Il Partito Democratico ha bisogno di un aggiornamento, per restare al centro della scena politica italiana, e per farlo i rottamatori di Civati lanciano una sfida su dieci punti, a partire da legalità e trasparenza. Ma l’appuntamento è troppo vicino all’Assemblea di domenica scorsa per tralasciare osservazioni sulla condizione del partito. E uno dei punti più critici secondo il consigliere sono le primarie: “Io dico solo che c’è il rischio di farle slittare troppo. Però francamente dovrebbero essere i candidati ad avere a cuore la questione: io non voglio candidarmi, a meno che in futuro non ci siano condizioni peggiori di oggi. E no, non sostengo Renzi, in questo momento non sostengo nessuno. Io sono solo preoccupato che non si riesca a vincere, o peggio che si vinca con la formula del “quasi vincere”, con la formula delle grandi intese ”.
La domanda che si pongono i rottamatori di Albinea è se queste energie giovani potranno davvero trovare spazio nel Partito Democratico. “C’è molta amarezza, ma troveremo il modo di farci sentire – dice Giulia Morini, consigliere Pd di Modena diventata famosa per il suo grido in sala domenica scorsa “basta con questi tecnicismi”, in riferimento al mancato voto sull’Ordine del Giorno legato ai matrimoni omosessuali. Sono quelle che Bersani ha definito “beghe interne”, con un’espressione che non è piaciuta per niente a Civati: “è sbagliato quello che ha detto il segretario. Solo perché c’è la crisi, non vuol dire che il riconoscimento dei diritti, in un paese che soffre per le vicende economiche non sia importante per molte persone. Io avrei voluto votare quell’ordine del giorno”. E il consigliere regionale avverte: chi si schiera contro i matrimoni gay è contro anche altre formule come i Dico, quindi è difficile se non impossibile trovare una mediazione,.
Tra il pubblico di Prossima Italia, anche alcuni volti conosciuti, come lo scrittore Paolo Nori o il consulente per la comunicazione politica e blogger Dino Amenduni, che dice “ ad Albinea si cerca sempre di venire. È una boccata d’ossigeno. Le proposte che si sentono qui potrebbero entrare nell’agenda politica del centro sinistra per le prossime elezioni”. Nella due giorni targata Civati, in programma gli interventi di giovani militanti e amministratori per parlare di alcuni punti caldi: evasione fiscale, spending review, patrimoniale, ma anche cultura e consumo del territorio. Ad aprire i lavori in esclusiva, la video inchiesta sulle guardie svizzere e capitali trafugati all’estero, sponsorizzata da “Prossima Italia” e realizzata dalla giovane regista Elly Schlein.