L'Unione Europea assicura: "Gli strumenti ci sono, scudo anti-spread compreso". Il presidente del Consiglio: "Più risorse per i fondi salva-Stati". Il Fmi: "Appoggiamo la Grecia". Il governo spagnolo: "Non abbiamo bisogno di salvataggi". La Bundesbank: "Una riduzione dell'Eurozona non è da escludere"
L’Unione Europea ha gli strumenti per rispondere agli attacchi speculativi, la Grecia “deve restare nell’Eurozona”, la Spagna “non ha bisogno di aiuti”. Sono i messaggi che arrivano dall’Europa, sempre più al centro di un ciclone economico e finanziario. Rassicurano tutti, Germania in testa (nonostante qualche dichiarazione di segno diverso anche all’interno del governo federale), mentre il presidente del Consiglio italiano Mario Monti prende come spunto l’incontro a Soci con il presidente russo Vladimir Putin per spiegare che “proprio la situazione difficile nella quale versa l’Europa e in particolare l’Eurozona è per noi motivo in più per cercare rapporti solidi nell’economia reale, industriale e commerciale; e quindi la Russia da questo punto di vista è un punto di ancoraggio di grande importanza strategica”.
In generale il susseguirsi di dichiarazioni e prese di posizione è quasi febbrile, quasi come l’andamento disastroso da una parte di tutte le Borse (Atene, Madrid e Milano in testa) e dall’altra dei differenziali dei Btp italiani e dei Bonos spagnoli con i Bund tedeschi. Oggi il presidente della Commissione Ue Josè Barroso e il presidente della Bce Mario Draghi si sono visti per una colazione di lavoro: “un regolare incontro” è stato definito dai portavoce, tanto che Barroso aveva già avuto un colloquio simile con il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker la scorsa settimana.
Sulla delicatissima giornata di Borse, mercati e differenziali interviene e tranquillizza Monti: “E’ ovvio – afferma – che c’è grande nervosismo sui mercati ma per motivi che hanno poco a che vedere con problemi specifici dell’Italia ma piuttosto con notizie, dichiarazioni o indiscrezioni sull’applicazione delle decisioni del Consiglio Ue”, che riguardano lo scudo antispread.
Aumenta intanto la pressione sulla Grecia. Protagonista la Germania, non solo con i ministri del suo governo. La Bundesbank non esclude infatti una riduzione dell’eurozona: “La sola idoneità strutturale – si legge in un bollettino mensile – non può più assicurare una partecipazione senza problemi all’unione monetaria”. Non viene mai citata esplicitamente la Grecia, ma le indicazioni sembrano riguardare proprio il governo di Atene: servono infatti per la banca federale “una politica economica e finanziaria responsabile”. Le ultime cifre sulle entrate – molto sotto le previsioni – non fanno sperare granché tra l’altro le istituzioni greche e la troika.
Monti: “Più risorse ai fondi salva-Stati”. Molto nervosismo per come si stanno comportando i mercati, ma l’Italia c’entra poco, spiega dunque il presidente del Consiglio italiano. Ma la situazione non provoca alcuna necessità di un consiglio straordinario dell’Ue. “Per frenare la corsa dello spread – sostiene Monti – sarebbe utile affidare maggiori risorse ai due fondi Salva-stati, ma anche dare all’Esm la licenza bancaria, che consentirebbe al fondo stesso di prendere in prestito denaro a tassi agevolati dalla Bce”. A proposito delle turbolenze sui mercati, il capo del governo ha aggiunto che la licenza bancaria “sarebbe un ulteriore elemento di agilità e facilitazione, ma sappiamo che ci sono resistenze”. Il Presidente del Consiglio Mario Monti crede che sarebbe “utile” dare maggiori risorse ai fondi salva-Stati Esfs-Esm, ma ritiene che non sia facile nel breve periodo raggiungere questo risultato.
In un’intervista a un giornale russo, prima dell’incontro con Vladimir Putin, Monti ha puntualizzato che “l’Italia è la terza più grande economia in Europa, siamo la settima nazione più sviluppata industrialmente e siamo all’ottavo posto per i volumi di esportazioni. Il nostro Paese si basa sui fondamenti solidi. Anche se è vero che abbiamo il debito estero più alto, è vero altresì che il livello dei debiti privati dei cittadini è uno dei più bassi in Europa, grazie ai risparmi accumulati nei decenni dalle famiglie italiane”.
L’Ue: “Lo scudo antispread c’è, ma dev’essere chiesto”. Dall’Unione Europea, tuttavia, giungono parole di rassicurazione. “Abbiamo gli strumenti in piedi” per affrontare la situazione di tensione sui mercati, ha garantito Antoine Colombani, un portavoce della Commissione Ue. Il riferimento è in particolare al fondo salva-Stati Efsf e alla possibilità di acquistare titoli dei Paesi in difficoltà. L’attivazione dello “scudo antispread”, d’altronde, deve “essere chiesta da uno stato membro”. Nel caso dell’Italia Monti ha più volte ribadito che per il momento non c’è necessità di questa richiesta.
La Commissione Ue non ha però voluto fare “speculazioni su possibili eventi a venire” né sui “possibili bisogni di liquidità” di Italia e Spagna prese di mira dalla speculazione dei mercati, per cui le capacità dell’attuale fondo salvastati secondo molti osservatori non sarebbero sufficienti. In ogni caso, ha ricordato il portavoce Ue, l’eventuale acquisto di titoli da parte dell’Efsf dovrà seguire le linee guida già fissate.
Fmi: “Stiamo appoggiando la Grecia”. Domani la missione ad Atene. L’Ue torna di nuovo sulla presunta intenzione del Fondo Monetario Internazionale di bloccare gli aiuti alla Grecia, come ha scritto il giornale tedesco Der Spiegel. “La posizione del Fmi non è cambiata, sono solo articoli di giornale” ha ribadito Colombani. La conferma arriva dallo stesso Fmi che con una nota ha ripetuto che “sta appoggiando la Grecia nel superare le proprie difficoltà economiche. Una missione del Fmi avvierà le consultazioni con le autorità greche il 24 luglio”, cioè domani. “Stiamo appoggiando la Grecia a superare le sue difficoltà economiche – chiariscono dal Fmi – Una missione del Fmi inizierà le consultazioni con le autorità il 24 luglio su come rimettere in carreggiata il programma economico della Grecia, che è sostenuto dall’assistenza finanziaria del Fmi”.
Il ministro tedesco: “Grecia? Non ce la farà”. Poi mezza retromarcia. L’aspetto che preoccupa di più è ancora, naturalmente, la Grecia. Se dall’Unione Europea si viene a sapere che i prossimi esborsi di aiuti europei avverranno prossimamente ma difficilmente prima di settembre, ora la Germania corregge un po’ il tiro. Ieri infatti il ministro dell’Economia e leader dei liberali del Fdp (partito alleato della Cdu) Philipp Roesler aveva sostenuto che la Grecia fuori dall’euro non avrebbe rappresentato un problema. “La Grecia probabilmente non sarà in grado di adempiere alle condizioni della Troika – aveva dichiarato Roesler, che è anche vicecancelliere – L’idea che la Grecia lasci l’eurozona per molti esperti, per il mio partito e per me stesso, ha da tempo smesso di fare paura”.
A Roesler, oltre che l’Unione Europea con una difesa d’ufficio (“La Grecia deve restare nell’Eurozona”), risponde con parole più diplomatiche il collega di governo titolare delle Finanze Wolfgang Schauble: “Se c’è un ritardo la Grecia deve recuperare”, ha detto alla Bild. Alla domanda se Atene uscirà dall’eurozona, il ministro non si sbilancia: “Io non voglio anticipare la Troika. Se la Grecia è in ritardo deve recuperare. Quando la Troika avrà fatto il suo rapporto l’eurogruppo potrà deliberare”.
Tale è l’imbarazzo per la dichiarazione avventata di Roesler che perfino il compagno di partito (di origine greca) Jorgo Chatzimarkakis lo bacchetta: “Mancanza di professionalità” dice. La mancanza di professionalità di Roesler, secondo l’europarlamentare, ha sorpreso tutta Europa: “Se Philipp Roesler in una situazione del genere già mette il pollice verso io mi chiedo: su quale pianeta vive?”. Chatzimarkakis chiede invece che il governo tedesco conceda più tempo ad Atene, alle prese con riforme difficili e dolorose.
Bundesbank: “Serve una politica economica responsabile”. Poi, come detto, c’è l’uscita della Bundesbank. Nel bollettino periodico i tecnici della banca centrale tedesca scrivono che la permanenza nella moneta unica sarebbe condizionata all’adempimento di “una politica economica e finanziaria responsabile, che soddisfi i requisiti di una valuta comune e una politica monetaria condivisa”. Solo così, continua il rapporto, “si possono evitare tensioni eccessive nell’eurozona”. Da Francoforte non si cita esplicitamente nessun Paese, ma secondo il quotidiano economico Handelsblatt – per cui Bundesbank fa traballare l’eurozona nella sua dimensione attuale – “lo sviluppo della crisi del debito in Grecia, Cipro e Spagna lascia supporre a chi ci si riferisca”.
Atene taglia 20 enti statali. Peraltro in vista dell’arrivo dei rappresentanti della troika (Fmi, Ue e Bce) ad Atene, previsto per domani, il governo ellenico è pronto ad annunciare una lista con i primi venti enti statali inutili che dovranno essere chiusi nei prossimi giorni. A questi verranno aggiunti entro la fine di settembre, secondo il settimanale Ethnos tis Kyriakis (La Nazione della Domenica) altri duecento enti inutili, con più di 6mila dipendenti, per i quali il Ministro della riforma amministrativa, Antonis Manitakis, si è più volte impegnato che non saranno licenziati. In più ai creditori internazionali della Grecia, sarà presentata una lista con quattro grandi imprese a partecipazione statale che dovranno essere privatizzate entro l’autunno del 2012.
La Spagna: “Non servono salvataggi dell’Ue”. Per la Spagna non sarà necessario “nessun salvataggio integrale” da parte dell’Ue, ribadisce intanto il ministro dell’Economia spagnolo, Luis de Guindos, che oggi ha parlato in Parlamento. De Guindos ha spiegato ai deputati i dettagli del prestito di 30 miliardi di euro concesso dall’Eurogruppo per ricapitalizzare il settore bancario spagnolo. Il prestito, le cui condizioni sonosancite dal Memorandum d’Intesa firmato venerdì scorso, “non impone esigenze macroeconomiche per la Spagna”, ha detto De Guindos, oltre a quelle che il governo già si era impegnato a portare a termine. Il prestito si potrà prolungare fino 15 anni con un tasso di interesse “inferiore al 3%”, “condizione favorevole” all’economia iberica, ha ribadito.
Anche se peserà sul debito pubblico spagnolo, “l’aiuto europeo aiuterà a completare la ristrutturazione finanziaria che abbiamo messo in moto” grazie a “negoziazioni per ricevere gli aiuti che sono state un successo non solo per la Spagna, ma per tutta la zona euro”, ha sostenuto De Guindos.
La Germania: “Aiutare la Spagna serve anche a noi”. Anche qui naturalmente ha una particolare eco il “timbro” del governo federale tedesco, tanto che De Guindos e Schaeuble – secondo Bloomberg – si incontreranno domani a Berlino. Sempre nell’intervista alla Bild, il ministro tedesco ammette che la maggioranza dei tedeschi è contraria agli aiuti alla Spagna, ma il governo di Angela Merkel deve farlo, poiché ciò è nell’interesse nazionale. Secondo il ministro delle Finanze “l’importante è adesso soprattutto stabilizzare la moneta unica”. “Abbiamo un nostro elevato interesse ad un’Eurozona stabile e vogliamo mostrare che la nostra moneta unica merita fiducia. Il pacchetto di aiuti contribuisce a questo” aggiunge. Secondo Schaeuble “gli sforzi spagnoli per il risparmio cominciano a portare frutti”.
Schaeuble vede il suo Paese al sicuro dalla crisi, poiche’ “la Germania sta bene e questo ce lo attestano anche le istituzioni internazionali”. “La forza della Germania non è ovviamente infinita”, sottolinea, “ma in Europa rimaniamo sempre una roccia nella risacca. Proprio perché è così abbiamo anche una particolare responsabilità”.