Uno scambio di flebo sarebbe la causa della morte di un neonato all’ospedale San Giovanni di Roma. Per fare chiarezza sulla vicenda il ministro della Salute Renato Balduzzi ha disposto questa mattina l’invio “immediato” degli ispettori del ministero all’ospedale romano. L’obiettivo, si legge in una nota, è quello di “acquisire tutte le informazioni sul decesso del bambino di pochi giorni che sarebbe morto per un errore dovuto allo scambio tra una flebo di soluzione fisiologica con del latte. Gli ispettori dovranno chiarire anche il motivo del ritardo nella denuncia da parte del personale sanitario”.

Sulla vicenda, riportano alcuniquotidiani, la procura di Roma ha aperto una inchiesta in cui sarebbero non meno di sei-sette gli indagati, ossia tutti coloro che, all’interno del San Giovanni, hanno gestito il caso, sotto il profilo clinico. Omicidio colposo il reato ipotizzato nei loro confronti. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Leonardo Frisani, hanno acquisito la cartella clinica del neonato ed attendono ora i risultati dell’autopsia. Al loro vaglio anche alcune presunte contraddizioni che sarebbero emerse nella ricostruzione dei fatti.

Il neonato, figlio di una filippina era nato pretermine all’ospedale Grassi di Ostia e poi trasferito per le cure al reparto di terapia intensiva neonatale del S. Giovanni. Secondo le prime informazioni sarebbe avvenuto un errore: al posto della soluzione fisiologica nella flebo sarebbe stato somministrato del latte. Tuttavia sembra che il caso non sia venuto subito alla luce e ci sia stato un ritardo da parte del personale sanitario dell’ospedale nel denunciare l’accaduto.

Il direttore generale dell’ospedale teatro del decesso, Gianluigi Bracciale, ha precisato come la Direzione generale, appena informata dell’accaduto, abbia “immediatamente” dato disposizione alla Direzione sanitaria di presentare denuncia all’autorità giudiziaria e ha avviato contestualmente una indagine interna. La stessa direzione generale “ha informato i genitori del bambino di quanto avvenuto”. “ll  2 luglio – spiega in una nota Bracciale – sono stato informato dal Direttore sanitario che in data 27 giugno nel reparto di Neonatologia ad un neonato prematuro era stata somministrata la nutrizione enterale per via endovenosa e che il successivo 29 giugno il piccolo era deceduto. Immediatamente ho dato disposizioni di notificare l’accaduto all’autorità giudiziaria e di avviare una indagine interna, in applicazione delle norme di legge e dei protocolli previsti in caso di eventi avversi”.

Il 3 luglio, infatti, la Direzione sanitaria di presidio ha denunciato  il fatto alla Procura della Repubblica che si è attivata per quanto di competenza. “Contestualmente – ha aggiunto Bracciale – ho chiesto alla Direzione sanitaria di presidio e alla primaria facente funzioni del reparto di presentare una relazione sull’accaduto, che mi è stata trasmessa rispettivamente in data 4, 5 e 9 luglio”. Il 19 luglio – ha riferito l’ospedale – la Commissione di indagine interna ha consegnato alla Direzione generale pervenire le proprie conclusioni. Le risultanze della Commissione di indagine sono a disposizione della Procura della Repubblica.

Sulla vicenda è intervenuta anche la Regione Lazio, che “ha chiesto una relazione scritta e tutto ciò che è necessario dal punto di vista organizzativo per rimuovere tutti coloro che risultano coinvolti in questo bruttissimo e anomalo caso”. Lo ha reso noto la presidente Renata Polverini, secondo cui “il direttore procederà per le sue competenze di natura amministrativa. Ci auguriamo che la Procura proceda al più presto per quello che riguarda, se sarà necessario, gli aspetti giudiziari”.

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