Per Susanna Chiesa, presidente dell'associazione Freccia 45 l'ex ministro "deteneva cani privati all’interno di una struttura pubblica. Ci chiediamo pertanto chi ha pagato finora per il mantenimento dei suoi animali”. Il sospetto è che un bene della collettività sia stato gestito a fini privati. Per questo l’associazione ha avanzato un’istanza in cui chiede alla giunta di verificare
Un bello smacco per Michela Vittoria Brambilla. All’ex ministro animalista stanno per chiudere il ‘suo’ canile, a Lecco. “Non risponde ai requisiti di legge”, ha sentenziato la giunta dopo anni di polemiche su una struttura dove i quattrozampe non se la sono mai passata granché bene . Spazi angusti, box e cucce inadeguate, carenze nell’illuminazione. Entro fine novembre via di lì gli oltre 150 animali ospitati. Si sbaracca. L’assessore allo Sviluppo economico di Lecco, Armando Volonté, lo ha comunicato ad alcune associazioni animaliste a cui chiede aiuto per trovare una nuova soluzione. Non verrà infatti prorogato il contratto per la gestione del canile che dal 2003 era affidata alla Leidaa della Brambilla (Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, prima si chiamava Leida). L’appalto, già scaduto nel 2011 e costato ai lecchesi 542mila euro in nove anni, era stato affidato senza alcuna gara pubblica.
La nuova decisione del Comune è una botta per la rossa di Calolziocorte. Lei che della passione per gli animali ha sempre fatto una bandiera. Anche politica, visto che proprio in questi giorni sta lavorando alla sua nuova creatura: una lista civica animalista che alle prossime elezioni potrebbe affiancare al Pdl. Una beffa, tre giorni dopo l’accordo siglato per far viaggiare i cani sui treni ad alta velocità, con tanto di foto: l’ex ministro, in rappresentanza della Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente, siede su una carrozza del Frecciarossa insieme all’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, e a un simpatico cagnetto pronto a gustarsi le comodità della prima classe. Cani che viaggiano coi loro padroni. E cani pronti a partire perché al canile di Lecco non ci possono più stare. “La struttura, essendo molto vecchia, non risponde più ai requisiti di legge”, scrive l’assessore nella missiva inviata alla stessa Leidaa e ad altre associazioni. Per questo il Comune si trova “nella situazione di dover temporaneamente individuare altre strutture rifugio ove poter collocare gli animali”, dal momento che “per i vincoli derivanti dal patto di stabilità non è in grado di porre mano alla ristrutturazione dell’attuale edificio”.
Dietro alla chiusura del canile c’è una serie di relazioni dell’Asl che da tempo rileva diverse inadempienze: gabbie e cucce inadeguate, ambulatorio non a norma, nessun locale per il lavaggio e la disinfezione delle attrezzature, mancanza di adeguata illuminazione e impianto frigorifero per lo stoccaggio delle carcasse, assenza di servizi igienici per il pubblico. Tutte carenze che il Comune non imputa alla Leidaa e alla Brambilla. Ma tra i documenti raccolti da Freccia 45, un’associazione animalista che da anni denuncia le condizioni estreme del canile-lager, c’è una lettera dell’Asl datata dicembre 2009: sui 238 cani ospitati allora, solo 162 erano randagi accalappiati in giro per la provincia, mentre gli altri 76 erano di proprietà della Leidaa. “La Brambilla deteneva cani privati all’interno di una struttura pubblica – accusa Susanna Chiesa, presidente di Freccia 45 – Ci chiediamo pertanto chi ha pagato finora per il mantenimento dei suoi animali”. Il sospetto è che un bene della collettività sia stato gestito a fini privati. Per questo l’associazione ha avanzato un’istanza in cui chiede alla giunta di verificare con un’ispezione se all’interno del canile ci siano ancora animali della Leidaa: “In tal caso – promette Chiesa – valuteremo l’opportunità di presentare un esposto in procura”.
Dopo poche ore però è arrivata la smentita delle Brambilla, che ha parlato dei “soliti attacchi politici al centrodestra, privi di fondamento”. Questa volta, continua l’onorevole è stato fatto “pubblicando un articolo che contiene una serie di falsità scritte ad arte per cercare di gettare discredito su di me e sulla mia attività in favore egli animali, come ad esempio la chiusura del canile della mia città”. Per l’ex ministro, “si tratta di un chiaro autogol per il quotidiano”. La politica del Pdl annuncia querele e contesta le denunce “di una sedicente associazione animalista Freccia 45”, alla quale fa sapere di aver già presentato due denunce per diffamazione. Per quanto riguarda il canile di Lecco, la Brambilla ha sostenuto che sia aperto, in regola e che, “nessun rilievo è mai stato fatto, ne oggi ne in passato, alla gestione degli animali affidata alla Le.I.D.A.A. , l’associazione di cui sono presidente”.
Poi l'”animalista” del Popolo delle libertà ha specificato che il comune di Lecco, è il proprietario del canile e “unico responsabile della struttura e dei suoi requisiti strutturali”. L’ente ha affidato, “nel 2004 la sola gestione degli animali ricoverati alla associazione animalista di cui sono presidente”. Per la Brambilla il rimborso spese (come previsto dal contratto) è “assolutamente inadeguato (circa 1 euro a cane al giorno)”. Quindi l’ex ministro ha dovuto sostenere in prima persona “la maggior parte delle spese per il personale, le cure veterinarie degli animali, l’alimentazione e via dicendo”. Allo scadere della convenzione, il comune di Lecco, spiega la Brambilla, “invece di realizzare una nuova gara di appalto per l’affido della struttura, ha voluto predisporre ben due proroghe (la seconda scade nel novembre 2012) affinché la Le.I.D.A.A. continuasse a gestire gli animali del canile e alle stesse inaccettabili condizioni economiche”. Inoltre conclude la deputata all’associazione non è stato chiesto, “un preventivo assenso, in ragione dell’ottima gestione dei cani ricoverati, certificata regolarmente dai verbali Asl e dagli altri organismi di controllo. Il Comune di Lecco ha quindi chiesto ed ottenuto dalla regione Lombardia un finanziamento per ristrutturare il suo datato canile municipale, adeguandolo ai requisiti previsti dalle nuove normative regionali e a breve comincerà tale opera”.
In serata il comune di Lecco ha diffuso una nota ufficiale in cui si legge che “il canile è al momento aperto e funzionante, sulla base delle deroghe temporanee concesse dalla Asl di Lecco. Al momento – conclude la nota – il Comune sta valutando di chiedere una nuova deroga all’Asl per l’attuale struttura, quando saranno eseguiti gli ulteriori interventi di manutenzione”.
Aggiornato da redazione web alle 22.30