Questo Paese non cambierà mai fino a che non ci sarà una sollevazione popolare su cose specifiche, concrete, simbolo della colossale presa per i fondelli dell’epoca. Ad esempio, la telefonia.
Possibile che sui contratti di Telecom, Vodafone e co., ci sia scritto che il loro segnale copre il 98% del territorio e io mi trovi sempre nel 2%, anche se giro per tutta Italia come una trottola?
Possibile che io paghi la Tim per avere un segnale Umts e invece in Val di Vara (La Spezia, mica il Texas) navigo oltre il 50% del mio tempo con un segnale Edge (cioè lento come un bradipo che abbia appena assunto psicofarmaci)? E possibile che io sappia per certo di decine e decine di casi analoghi?
Ma è mai possibile che non ci sia un cavolo di nessuno con cui puoi prendertela di fronte a questi disservizi, a cui puoi chiedere conto, risarcimento, soddisfazione? Io voglio uno di Telecom in carne e ossa per parlarci a brutto muso, faccia a faccia: qualcuno c’è? Può chiamarmi? Tanto il numero ce l’ha… Qualcuno si candida?
Possibile che, oltre tutto, ti capiti che in una bolletta qualunque, così, all’improvviso, ti vengano addebitati 250 euro di traffico Internet che non hai mai fatto (il mio è un telefonino a pedali, non ci può andare su Internet!) e devi pure ringraziarli quando ti dicono che te ne fanno pagare solo la metà (ma la metà di che? Io quel traffico non l’ho mai fatto)?
Possibile che, per soprammercato, questi geni del customer-care, dediti alla maniacale attenzione al cliente, mentre tu sbuffi e sudi da mezz’ora per scaricare una foto da appena 4 megabyte, ti rincoglioniscano con spot costosissimi, in cui sembra che collegarsi a Internet sia la cosa più ovvia e semplice del mondo, in cui se lo fai con Telecom diventi anche più bello fisicamente e le donne ti adoreranno? Io non voglio essere più bello, voglio navigare come da contratto.
Che tutto questo sia possibile lo sappiamo, è la nostra vita quotidiana. Ma è possibile tutto questo, senza che una folla di gente coi maroni frantumati non assedi pacificamente ma molto minacciosamente la sede centrale della Telecom o della Vodafone?
Ma cosa volete che sia il rischio del ritorno di Berlusconi di fronte al fatto che non chiediamo in massa indietro i nostri soldi a queste aziende mediocri? Cosa volete che sia il rischio di elezioni anticipate di fronte alla nostra prona ignoranza, al fatto che digeriamo tutto, che lo prendiamo sistematicamente in quel posto come clienti sodomiti e autolesionisti? Ma quando ci sveglieremo in questo Paese? Quando faremo tremare le poltrone di questi travet da quattro soldi, managerucoli mentitori e incapaci, neppure dotati dell’orgoglio virile di difendersi o, peggio, di cercare di fare bene un lavoro per il quale sono ingiustamente strapagati?
La colpa è la nostra, ovviamente. Paghiamoli solo metà di quanto dovuto. Parliamo male di loro dovunque. Facciamo crollare in borsa queste loro azioni di cartapesta. Facciamo dimettere questi omuncoli insalsicciati nel loro abito di sartoria, che quando al mattino vanno a “lavorare” ed escono dall’automobile aziendale sembrano così lieti del mondo, del sole, dell’aria… E invece dovrebbero trovare nel loro ufficio una vagonata di letame come (parziale) contropartita della colossale presa per i fondelli della quale sono protagonisti da anni con l’avallo della politica che tutto gli consente. Del resto i loro servizi stimolano la diuresi, dunque sarebbe soltanto quello che loro chiamano feedback.