Per gli stabilimenti tra Lido di Dante e Lido di Classe salvata solo l'ultima fila di ombrelloni. "Intervenga il Comune con la sabbia del ripascimento altrimenti rimane tutto così fino a settembre". Dopo la crisi economica, la polemica sulla spiaggia naturista, la zona è stata anche teatro di un pauroso incendio della pineta con 40 ettari andati in fumo
A fare le spese del vortice ciclonico di origine scandinavo sono state in particolare le località della riviera ravennate. Tra le più colpite Lido di Dante e Lido di Classe, che ospitano i 40 ettari di pineta andati in fumo giovedì 19 luglio. Non è andata meglio a Milano Marittima, dove le mareggiate hanno raggiunto gli stabilimenti balneari, inondando completamente la porzione di spiaggia (in quel punto di costa già esigua) destinata agli ombrelloni.
“Sulla nostra spiaggia si è perso gran parte del ripascimento fatto a maggio, una ventina di metri in tutto”. Questa la situazione dopo la mareggiata nel racconto di Stefania Tanesini, la titolare del bagno Classe di Lido di Dante che prosegue: “Ci sono 25-30 metri dal nostro stabilimento al mare e le onde sono arrivate a circa 10 metri dal bagno. Si è salvata solo l’ultima fila di ombrelloni. Quelle inondate le abbiamo recuperate in questi giorni con i lavori di rispristino, ma le prime due sono andate perse. Gli ombrelloni dei nostri clienti più vicini alla battigia li abbiamo piantati nello spazio vicino allo stabile. La situazione resterà così fino alla fine della stagione: il progetto del Comune, avvallato dai tecnici della Regione, che prevede il potenziamento della scogliera antistante dovrebbe essere realizzato attorno a novembre”. “Certo, si fa di tutto per ripartire al volo e far sentire minimamente ai turisti gli effetti dei disagi che abbiamo subito in queste settimane. È più facile con la mareggiata che con l’incendio dei 3 km e mezzo della pineta Ramazzotti. Ora quell’area, paradiso dei cicloamatori, è impraticabile. Prima ci entravi e respiravi ossigeno puro, ora l’aria dell’incendio pervade tutto”.
Non diversa è l’analisi di un altro imprenditore di Lido Di Dante, Roberto Giampreti, manager del camping Classe: “È arrivato anche lo tsunami: dopo la crisi economica, la guerra ai naturisti del Comune di Ravenna e della forestale e l’incendio ora ci si è messo anche il tempo”. Il danno economico alla piccola frazione litoranea è indubbio per Giampreti che ammette: “In seguito all’incendio gli ospiti del camping hanno anticipato la partenza che era programmata per il fine settimana. Sono partite 400 persone, danno per noi considerevole, ma sarebbe stato ben peggio se i canadair non avessero contenuto l’avanzata delle fiamme che hanno lambito la struttura”.
“Il danno alla nostra economia –conclude- è iniziato comunque con l’avvio della stagione balneare e la contestuale guerra delle amministrazioni al turismo naturista. Ora pertanto ci aspettiamo che venga regolarizzata la spiaggia antistante il camping Classe, deputata al turismo senza veli”.
Un mare agitato dalle onde, tra la pioggia battente e un forte vento di grecale, ha mangiato diversi metri di arenile anche a Cervia. Nelle zone più funestate del litorale il mare ha inghiottito oltre 10 metri di sabbia.
Disagi anche per la Perla verde dell’Adriatico. A Riccione la zona più colpita è stata quella a sud del porto. L’erosione ha interessato 10-15 metri di spiaggia in circa 30 metri di litorale e ora i bagnini chiedono con insistenza che si dia corso al progetto, approvato a fine 2011, del sabbiadotto, grazie al quale l’arena accumulata nel porto canale andrebbe distribuita nelle zone più erose.
Gli effetti della perturbazione di origine scandinava sulle coste della Romagna e delle Marche da domani dovrebbero scemare e già da giovedì è atteso il ritorno delle normali temperature stagionali. Intanto, da domenica, i titolari degli stabilimenti balneari si sono rimboccati le maniche nel tentativo di contenere i danni. Certo sarà un’impresa non da poco recuperare al mare tutte le file di ombrelloni sommerse dall’eccezionale mareggiata. Sarà necessaria da subito sabbia per il ripascimento e i tempi dell’intervento non saranno brevi: ci potranno volere dai 3 giorni per le zone meno colpite a una settimana per le spiagge scomparse sotto la forza del mare in tempesta.