La possibilità di vedere la fine dell’Aids è “tangibile” e l’obiettivo è “creare la prima generazione che vivrà la fine della pandemia“. Il messaggio lanciato ieri dal palco della Sessione plenaria di apertura della XIX Conferenza mondiale sull’Aids è rimbalzato dalla voce del grande esperto mondiale di Aids, Anthony Fauci, alle parole del segretario di Stato Usa, Hillary Clinton.

Nonostante le grosse sfide ancora aperte sul come stanare il virus che rimane latente nelle cellule e sui fondi da ottenere per rendere le efficaci terapie antivirali disponibili a tutti, al Convention Center della capitale Usa – dove sono radunati circa 25000 persone tra scienziati, attivisti, celebrità e politici – si respira la sensazione di essere vicini alla svolta: “La fine della pandemia è possibile, siamo finalmente su di un terreno solido scientificamente, ma per questo scopo è necessario un impegno enorme e globale”, ha tuonato il direttore dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Usa, e pioniere degli studi sul virus Hiv, Fauci. Un impegno garantito pubblicamente proprio dagli Stati Uniti che hanno promesso nonostante la crisi economica un aumento dei fondi per la lotta all’Aids: “Sono qui per dirvi a chiare lettere che l’America non si ritrarrà dalle sue promesse di aiuti finanziari – ha scandito Hillary Clinton – e continueremo a fare tutto il possibile per dar vita alla generazione che vedrà la fine dell’epidemia”.

Il segretario di Stato ha così annunciato una serie di nuovi finanziamenti che prevedono ben 80 milioni di dollari destinati ai paesi poveri ed in particolare all’Africa e circa altri 70 milioni di dollari per progetti ad hoc quali l’aumento della circoncisione tra le popolazioni a rischio. “E’ una battaglia che possiamo vincere – ha detto la Clinton – abbiamo fatto tanto strada per arrivare a questo punto”. Per Fauci, che per la prima volta in due decenni di lotta alll’Aids, ha rappresentato oggi l’ottimismo della scienza: “Chiudere con l’epidemia causata dal virus Hiv è una sfida immensa e dalle molte facce ma ora sappiamo che può essere fatto, non accadrà in una giornata sola ma succederà”. A suo avviso, per arrivare all’obiettivo occorre “implementare la diffusione dei trattamenti e della prevenzione e un continuo flusso di finanziamenti dai donatori correnti e l’aggiunta di nuove organizzazioni e pertner pronti devolvere fondi alla lotta all’Aids”. Lo stesso obiettivo e le stesse necessità gridate dalla folla colorata di attivisti che circolano per il Convention center e per Washington: “Finirla con l’Aids si può, ma ci vogliono soldi e impegno. Il titolo di una delle prossime sessioni la dice chiara “In 34 milioni vivono con l’Aids nel mondo, ma solo 14 milioni lo sanno”. 

Fonte – Ansa

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