Nei giorni scorsi il procuratore aveva dichiarato di essere "diventato un bersaglio" a causa l’inchiesta palermitana sulla trattativa Stato-mafia. Il ministro della Giustizia Paola Severino ha scoraggiato qualsiasi strumentalizzazione della missione
Spaccatura all’interno della Terza Commissione del Csm sul collocamento fuori ruolo del procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, per consentirgli di ricoprire un incarico dell’Onu in Guatemala. Sono stati tre i voti a favore, uno contrario e due astenuti. La decisione finale sarà presa giovedì prossimo dal plenum.
Nei giorni scorsi il procuratore aveva dichiarato di essere “diventato un bersaglio” a causa l’inchiesta palermitana sulla trattativa Stato-mafia. Tuttavia il ministro della Giustizia Paola Severino ha scoraggiato qualsiasi strumentalizzazione della scelta di Ingroia e ha detto: “Quel magistrato era venuto a parlarmi da tempo di questo suo desiderio importante, ben prima che questo caso (l’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, ndr) manifestasse la sua potenzialità esplosiva”.
Una trattativa formalmente ancora ‘presunta’, su cui la procura di Palermo sta indagando, e su cui nelle ultime settimane si sono succeduti pareri e testimonianze. Da una parte la nota ufficiale del Quirinale per smentire quanto pubblicato dal Fatto sul patto segreto tra pezzi di Istituzioni e Cosa Nostra (ricostruzioni bollate come “irresponsabili illazioni”), dall’altra il procuratore nazionale Antimafia che racconta di pressioni ricevute da Napolitano e dall’ex-ministro dell’Interno Nicola Mancino. Al centro quelle intercettazioni che il Capo dello Stato vorrebbe vedere distrutte.