Secondo una legge del 1981 scoperta dal consigliere M5S Defranceschi se una persona ha una lite pendente con Regione, Provincia o Comune, non può esserne allo stesso tempo un consigliere. Così Alberto Vecchi, accusato di truffa aggravata per 85mila euro di rimborsi chilometrici, se andasse a processo ritroverebbe la Regione come parte civile e dovrebbe lasciare il suo incarico pubblico
A spiegarlo è il capogruppo regionale del Movimento 5 stelle, Andrea Defranceschi, che, facendo una richiesta di accesso agli atti per una delibera di giunta secretata, ha scoperto che la Regione ha già dato mandato a un avvocato. “Se sarà rinviato a giudizio, Alberto Vecchi sarà sostituito da Ubaldo Salomoni – spiega Defranceschi, che sollevò il caso dei rimborsi di Vecchi pubblicando un video online-. È la conseguenza della delibera che sancisce la costituzione della Regione Emilia Romagna come parte civile nel processo contro Vecchi, per la presunta truffa di 85 mila euro sui rimborsi chilometrici”. Defranceschi sottolinea poi come il ruolo in Regione sia incompatibile con quello di accusato: “Vecchi si difenderà, come è giusto, ma se sarà rinviato a giudizio il suo incarico decadrà”.
Dunque in autunno Vecchi potrebbe abbandonare la Regione dopo sei anni di attività. Consigliere e coordinatore provinciale del partito a Bologna, Alberto Vecchi, è entrato a fare parte per la prima volta dell’Assemblea di viale Aldo Moro nel 2006, dalla morte di Marcello Bignami, ottenendo poi la riconferma alle elezioni del 2010. Ad aprile, la procura di Bologna aveva chiesto il rinvio a giudizio. Il reato ipotizzato dai magistrati è truffa aggravata ai danni della Regione Emilia Romagna. Vecchi avrebbe cioè dichiarato all’ente una residenza diversa rispetto a quella reale, e ben più lontana da Bologna, ottenendo in questo modo un rimborso spese per il trasporto di 1344 euro al mese, e di 1464 euro dal 2007 grazie ad un aumento. Il tutto dalla metà del 2006 alla metà del 2011, per un totale quindi di 75 mila euro circa.