Irrompe in un cinema. Un Eroe mascherato, Batman, tormentato e violento, ma schierato con il Bene, lo sconfigge. Ma non serve perché il Male, spara, uccide 14 persone e ne ferisce 40. Perché la città dove il Male si chiama Bane non è la stessa dove il Male è convinto di essere Bane ma si chiama James Holmes e Batman non può salvare i bambini del cinema di Aurora, vicino Denver, dove ha fatto irruzione Holmes, perché Batman esiste soltanto a Gotham City e non nella realtà.
Una differenza che nella mente di James Holmes forse si era dissolta. Eppure, è facile. Un governo che ha il controllo dei mass media, che fa leva sulla paura, che ha al suo servizio una spietata polizia segreta, che reprime la ribellione degli oppositori con la violenza, è certamente fantasia. Ecco, un film: “V per Vendetta”. Oppure la Siria, 103 morti soltanto in questi giorni. Decine di migliaia dall’inizio degli scontri. Forse moltissimi di più, forse moltissimi di meno.
Bisognerebbe contarli, nella realtà, perché altrimenti ci troviamo in quella terra di confine dove reale e immaginario, vero e falso si sfiorano e si contaminano, in tutto quello sfarfallio di immagini sempre in qualche modo immaginarie che chiamiamo “comunicazione globale”. No, non c’entriamo nulla con James Holmes. Lui è un omicida. Noi, spettatori di un flusso di avvenimenti che non sappiamo più dire se avvengano sullo schermo o nella sala, davanti ai nostri occhi o sulla nostra pelle.
E’ sullo schermo di un cinema che la Spagna scende in strada disperata? Che una deputata replica alle loro proteste: “Si fottano”? C’è anche Javier Bardem, in strada: sicuramente un film. Perché è lì, non qui. Tra lì e qui il reale diventa immaginario. Solo questo ormai possiamo dire: quanto siamo distanti dallo schermo. Quanto lontano sia Bane, così vivido davanti a noi. Quanto vicino sia James, accanto a noi.
di Paolo Aleandri
Il Misfatto, inserto satirico de Il Fatto quotidiano, domenica 22 luglio 2012