Intervista a Francesca De Benedetti, portavoce del Comitato Articolo 33, che ha ottenuto l’ammissione del referendum sui finanziamenti comunali alle scuole private paritarie.
Come valutate l’ammissione del quesito referendario?
E’ una vittoria: fare il referendum si può, chiedere e ottenere la partecipazione a Bologna non è una missione impossibile. Partecipare, alzare la voce in coro per la scuola pubblica è una necessità forte e diffusa. Oggi arriva una prima soddisfazione, per i numerosi bolognesi che si sono dedicati con impegno per restituire la parola ai loro concittadini. Ma abbiamo ancora tanti passi da compiere tutti assieme, nei prossimi mesi.
Quali sono le prossime mosse necessarie per arrivare al referendum?
Dovremo raccogliere 9.000 firme e poi, raggiunto anche questo traguardo, il referendum dovrà essere indetto.
Pensate che la società civile risponderà bene e che riuscirete a raccogliere le firme necessarie all’indizione?
Le vittorie non si preannunciano, ma posso dirti che siamo fiduciosi. Ci metteremo anima, passione e tutte le nostre buone ragioni. E sono fiduciosa che i bolognesi faranno il resto: nella nostra Bologna, città della società civile e partecipe, con la sua storia di modello per la scuola pubblica dell’infanzia, abbiamo ottime chance di trovare nei cittadini una risposta consapevole e attiva.
Quali sono le motivazioni che spingono una vasta alleanza di associazioni, sindacati e singoli cittadini, illustri e non, a sostenere il referendum?
Quella cosa che oggi sembra rivoluzionaria, e che spesso viene maltrattata o ignorata: la Costituzione. Quel patto di convivenza civile che stabilisce tra i nostri diritti la scuola pubblica. Che garantisce l’istruzione pubblica laica e gratuita a tutti i bimbi. con la consapevolezza che loro sono i futuri cittadini della Repubblica. Quando questo diritto viene messo in discussione e passa in secondo piano nelle priorità della politica, è naturale e sano che la società civile abbia un moto di reazione. Perché al di là delle dichiarazioni attenuanti e dei giri di parole è questa la sostanza: c’è in gioco ed è a rischio la scuola pubblica, laica e gratuita.
Lo stesso giorno che il referendum veniva ammesso, il Consiglio comunale approvava, coi voti del Pd, del Pdl e della Lega Nord, la delibera che rinnovava la convenzione per i prossimi quattro anni, per un totale di contributi pubblici di oltre quattro milioni di euro alle scuole private. La tempistica è una coincidenza? Qual’è la posizione del Comitato Articolo 33 in merito a questa nuova delibera?
Avevamo fatto un appello ai consiglieri, che aspettassero il parere imminente dei garanti prima di affrettarsi ad approvare una delibera di durata di mandato. Ma solo il Movimento 5 Stelle ha recepito la richiesta e proposto di sospendere il voto. Così, oggi a poche ore dal parere dei garanti una maggioranza bipartisan si è affrettata a dire sì ancora una volta al finanziamento pubblico alle private paritarie. Poche settimane fa avevamo appreso dai giornali che era stata apparecchiata questa delibera frutto di una discussione tra tecnici dell’amministrazione e Fism. Leggendola, abbiamo subito rilevato come “poco cambia perché nulla cambi” (nel merito abbiamo anche preparato una scheda tecnica a disposizione dei cittadini). La delibera nasce al buio, cioè senza il percorso partecipato che era stato promesso per l’anno 2011-2012. Invece di un anno di partecipazione i cittadini hanno avuto cinque minuti di audizione, e nulla di sostanziale è stato modificato oggi nel testo approvato. Mentre centinaia di famiglie si vedono precluso l’esercizio del diritto costituzionale alla scuola pubblica laica e gratuita, il Comune continua a elargire fondi alle paritarie private (al 99% confessionali cattoliche) come se non bastassero i soldi stanziati da Stato e Regione. Una strada a senso unico in cui il libero insegnamento diventa onere per lo Stato, e il diritto costituzionale all’istruzione pubblica diventa sacrificabile. Ma con il referendum intendiamo invertire la rotta.