Secondo Steven Hartley, analista ed esperto di telecomunicazioni, "c'è il concreto pericolo che durante il periodo olimpico possa diventare impossibile collegarsi a internet, ma anche telefonare o mandare messaggi" perché le linee non sono mai state testate per cinque milioni di persone
Cresce il timore che durante le due settimane in cui a Londra si svolgeranno le Olimpiadi possa diventare pressoché impossibile telefonare o mandare sms, soprattutto per chi si trova in un luogo ad alta densità turistica o nei pressi di un sito olimpico. Saranno infatti quasi cinque milioni i turisti in giro per la città, e le reti locali saranno testate come non mai prima, con il concreto rischio che ci possa essere un collasso totale del sistema. Come spiega a ilfattoquotidiano.it Steven Hartley, analista alla Ovum Telecoms Strategy ed esperto di telecomunicazioni: “C’è il concreto rischio che durante il periodo olimpico possa diventare impossibile collegarsi a internet, ma anche telefonare o mandare messaggi. Con conseguenze che potrebbero essere inimmaginabili”.
Il motivo, secondo Hartley, è da ricercarsi nel fatto che “oggi tutti rimaniamo sempre connessi sui telefonini. A maggior ragione durante un evento di enorme portata come quello olimpico, ognuno vorrà mandare foto, messaggi, commenti sui social network, ma anche guardare i video delle gare e controllare le informazioni sul traffico o sul meteo. Creando così un aumento del traffico dati mai visto precedentemente”. Tutte le più importanti compagnie telefoniche operanti a Londra, da O2 a Orange/T-Mobile fino a Virgin, hanno assicurato di aver effettuato ingenti investimenti per non farsi trovare impreparate, ma nemmeno loro possono assicurare che tutto filerà liscio.
“I problemi potrebbero non verificarsi all’interno del Parco Olimpico, dove mi risulta siano state installate diverse postazioni per potenziare il traffico, ma nei luoghi limitrofi ad alta densità di turismo – continua Hartley – Come esempio si può scegliere la stazione di London Bridge, sempre trafficata, abbastanza vicino alle zone olimpiche eppure non considerata degna di investimenti. Un problema di sovraffollamento dati lì produrrebbe effetti devastanti a catena”. La prova generale c’è stata l’11 luglio, quando O2 – network privato di telefonia mobile e wi-fi – è collassato per un’intera giornata, causando disagi a catena che hanno finito con il colpire anche il sistema cittadino di traporto con le biciclette.
“Nel Regno Unito le compagnie private non hanno aggiornato i loro sistemi al livello del resto dell’Europa per mantenere i prezzi bassi in un mercato altamente competitivo – spiega Hartley a ilfattoquotiìdiano.it – I loro sistemi sono vecchi di oltre cinque anni, che nelle telecomunicazioni è un’era geologica”. Anche perché, prosegue Hartley, la crescita dell’utilizzo di telefonini è stata esponenziale in questi anni. Nel 2008, al tempo delle Olimpiadi di Pechino, Facebook aveva 60 milioni di utenti, oggi sono invece 900 milioni. Al recente Superbowl americano è stato battuto ogni record per un evento sportivo: in un solo giorno c’è stato un traffico dati che ha superato i 500 gigabyte.
E non avere adeguato le infrastrutture all’aumento degli utenti è un errore che si potrà pagare a caro prezzo. Anche in termini di emergenza. L’anno scorso durante il festival di Glastonbury, in Inghilterra, è stato praticamente impossibile telefonare e i messaggi inviati arrivavano giorni dopo. “Quindi, nonostante le rassicurazioni ricevute dalle compagnie telefoniche e dati però i loro scarsi investimenti – conclude Hartley -, se mi chiedete se l’aumento del traffico dati in una maniera mai testata in precedenza possa portare ad un collasso di proporzioni catastrofiche, la mia risposta deve per forza essere sì”.