Che Federico Pizzarotti fosse un pezzo di carne succulenta precipitato in una fossa di coccodrilli lo si poteva immaginare. Quello che si dimentica, in malafede, è che il Sindaco di Parma quel balzo l’ha voluto fare. Quanti altri avrebbero fatto altrettanto? Mentre qualcuno si attarda ancora ad analizzare il voto (a parte il Partito Democratico, che per coerenza rifarebbe tutto da capo), i vecchi candidati tirano un sospiro di sollievo: il lavoro sporco non gli toccherà, l’hanno già fatto prima senza lasciare impronte, ora sperano che la “vittima sacrificale” dia il colpo di grazia alla città: il male peggiore è sempre l’ultimo, non quello che ha generato la metastasi.
Semmai Pizzarotti dovesse riemergere dalla fossa dei coccodrilli ad attenderlo ci sarebbero mille mani “amiche”, scivolosissime, protese. Nel frattempo si gioca l’olimpiade del guardone politico, si fa a chi gufa di più, a chi porta più sfiga. Si cerca di osservare anche la più inutile delle mosse del M5S paragonandola alle peggio strategie degli ultimi cinque minuti.
E’ come se Parma, dopo la svolta elettorale, volesse accostare, attendere che dalla nebbia emerga un altro che le faccia strada, come quando t’incolli agli stop di quello davanti. E’ come se Parma avesse scoperto una idiosincrasia mai manifestata in precedenza. Questo non esenta Pizzarotti da errori, è umano, ma è come se il fatto stesso di essere lì, dove la politica con la muffa avrebbe voluto essere, lo rendesse insopportabile a prescindere: un cittadino, con la sua squadra di cittadini, che sfila da sotto al sedere le poltrone più ambite. Di più: la concentrazione morbosa verso questa novità cinquestellesca è tale che spinge in là nel passato chi c’era prima, lo ovatta in una memoria che è prossima alla soffitta, protetta dalla polvere: prima si stava a guardare quello che facevano gli esperti, la quasi totalità dei cittadini (come gli Italiani, del resto) si sentivano assolti dal partecipare poiché governati da professionisti (rivelatisi del fallimento). Ora che governano cittadini e potremmo soffiare in poppa… ci spompiamo ad agitare le acque, per vedere quel Pizzarotti, al timone di un guscio di noce in mezzo alla tempesta, colare a picco. L’occasione è ancora imperdibile: dopo che abbiamo imbarcato tanta acqua con la giunta precedente, dovremmo prendere un secchiello per uno e svuotare la stiva. Ma questo vorrebbe dire partecipare.