Bocciati gli emendamenti firmati Pdl al decreto 74 Carlo Giovanardi stila la classifica su come si reagisce al terremoto. Il senatore, deluso dall’esito della commissione ambiente in Senato, che ha “lasciato passare” il testo senza apportare le modifiche proposte dal Popolo delle Libertà, attacca duramente il governo Monti che, a suo dire, sull’emergenza terremoto ha sbagliato.
“Ha fatto meglio Berlusconi nei giorni successivi al sisma dell’Aquila” critica il politico modenese, deciso a spiegare quale sia la ricetta migliore per facilitare la ricostruzione. Una ricetta che prende ad esempio il modello Abruzzo, quello fatto di casette di legno “ad alta tecnologia” arredate di ogni comfort, e consegnate agli aquilani dall’ex premier in persona. Quelle col praticello davanti alla porta, “con torte e spumante” in frigo e il marchio della Protezione civile, allora guidata da Guido Bertolaso.
“La situazione in Emilia dopo il sisma del 20 e 29 maggio – spiega Giovanardi – è in stridente contrasto con il provvedimento urgente a suo tempo emanato dal governo precedente”. Che aveva stanziato 10,5 miliardi, contro i 2,8 promessi da Monti, e aveva previsto una percentuale di rimborso per gli aquilani pari al 100%, mentre per l’Emilia il governo concederà fino all’80%.
Secondo il parlamentare modenese, insomma, il decreto andrebbe rivisto. Anche se mercoledì è arrivato blindato in commissione affinché i tempi per l’approvazione fossero accelerati. Perché là nella bassa, dove ci si rimbocca le maniche e si sfida la calura estiva per ricostruire quanto è andato distrutto, i soldi servono subito. E il decreto 74 è solo il primo dei tre sul terremoto da approvare entro i primi di agosto.
Due sono i punti principali che Giovanardi avrebbe voluto modificare nel testo decreto. Il primo riguarda tempistiche e percentuali. Secondo il senatore, infatti, “è inconcepibile che non siano ancora state comunicate ai sindaci del modenese date precise che stabiliscano quando gli aiuti verranno versati, così come ancora oggi non si conoscono le percentuali di risarcimento riconosciute ai terremotati. Viviamo nel buio”. Nel decreto, sottolinea l’ex sottosegretario di stato, si sarebbe dovuta inserire una percentuale di indennizzo minima del 60% dei costi dei lavori a carico di cittadini e imprese. Solo che, spiega il senatore Pd Giuliano Barbolini, “sarebbe azzardato inserire cifre nella legge senza prima avere la certezza della copertura finanziaria. Ma se ci sarà – ha aggiunto il democratico modenese – Errani ha già detto che sarà fino all’80% delle spese sostenute”.
L’altro emendamento presentato dal Pdl, e bocciato in commissione, riguarda invece le imprese. Per Giovanardi, “chi non ha subito danni dal terremoto dovrebbe ricominciare a lavorare subito nelle stesse condizioni in cui produceva prima che la terra tremasse”. Nessuna messa a norma, dunque, nessun adeguamento antisisimico, perché “chi, ad esempio, lavora a Sassuolo, zona sismica quanto Mirandola, non deve fare nulla. È ovvio che così si crea disparità, si invita a de localizzare”. In pieno disaccordo, insomma, con quanto sostenuto nei giorni scorsi da Errani e dai vertici di Confindustria, dal ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera e dai sindacati. “Dobbiamo ripartire in sicurezza”. “Si dovrebbe consentire a chi può farlo di riprendere subito a lavorare – ha ribattuto invece Giovanardi – ma bocciando l’emendamento che ho presentato, chi ha la sfortuna di trovarsi a San Felice, ad esempio, sarà penalizzato”.
Il decreto legge, quindi, per Giovanardi “è totalmente deludente”, così come è contestabile la decisione, iscritta nel testo che già lunedì potrebbe essere approvato, “di autorizzare i presidenti delle regioni colpite a stabilire in futuro, con propri provvedimenti, priorità”, modalità e percentuali entro le quali possono essere concessi contributi alle popolazioni colpite. “Perché dovrebbero essere solo loro a decidere?” domanda il senatore.
Nel 2009 il provvedimento adottato allora dall’ex premier, pesantemente contestato però dai cittadini aquilani stessi, “stabiliva che il contributo statale doveva coprire integralmente le spese occorrenti per la riparazione, la ricostruzione o l’acquisto di un alloggio equivalente. E dava inoltre immediato avvio alla costruzione, a tempo di record, di abitazioni con elevato livello di qualità ed innovazione tecnologica, con protezione dalle azioni sismiche, consegnate chiavi in mano pochi mesi dopo”.
Se non ci saranno cambiamenti nella seconda lettura del testo al Senato, ha quindi concluso Giovanardi, “il mio non potrà che essere un voto contrario“. Del resto, ha aggiunto “se i cittadini aquilani venivano a protestare tutti i giorni davanti a Montecitorio, cosa dovrebbero fare allora i modenesi?”.
Nessuna frecciatina, però, è stata rivolta al commissario Vasco Errani, accusato di falso ideologico, per il quale il procuratore capo Roberto Alfonso e il pubblico ministero Antonella Scandellari hanno chiesto ieri il rinvio a giudizio. Del resto, proprio perché il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, indagato per corruzione, ha ricevuto un avviso di garanzia, il Pdl ha deciso di mantenere la linea del silenzio. E di non cogliere l’occasione per chiedere al commissario un passo indietro.