“Siamo in perfetta sintonia”, dichiara oggi Roberto Formigoni dopo l’incontro con i vertici della Lega Nord. Ma all’uscita il segretario federale Roberto Maroni non c’è. L’auto blu lo ha raggiunto e prelevato nel parcheggio seminterrato, lontano dai flash. “Ha dovuto scappare”, lo giustifica il governatore. Che però si guarda bene dall’affrontare la stampa da solo. Se l’asse lombardo tra Lega e Pdl resiste all’indagine per corruzione che ha travolto Formigoni, a lui conviene esibirla.
E allora, in mancanza di Maroni, ecco che il Celeste invita il suo vice, il leghista Andrea Gibelli e il segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini ad affrettare il passo per accompagnarlo di fronte alle telecamere. “Se dovessero rinviarlo a giudizio allora ne riparleremo”, promette Matteo Salvini, invitato a commentare le parole di Maroni, che ieri in Emilia Romagna ha sostenuto l’opportunità di un passo indietro in caso di rinvio a giudizio di un presidente di regione. Spalla a spalla col Celeste, Salvini parla da avvocato: “Se il metro di valutazione deve essere il processo”, continua, “allora in casa di Errani e di Vendola dovrebbero andare al voto domani”.
Insomma, per ora Formigoni può continuare a esibire l’appoggio della Lega, ma lo stesso Salvini annuncia altri incontri ad agosto e un “check-up completo” che il Carroccio chiede entro la fine dell’anno. E gli sviluppi dell’indagini della Procura di Milano potrebbero richiedere ulteriori verifiche. Nel frattempo, il Celeste si mostra sereno. “Sono tranquillissimo”, continua a ripetere, e quasi non si accorge del lapsus: “Garantire le milioni… ehm, le migliori”, si corregge, “condizioni nei servizi ai cittadini” (guarda il video).