Giurano che c’è voluto poco a capire che insieme potevano togliersi grandi soddisfazioni. Dopo qualche mese insieme avevano già conquistato un campionato. Un avvio sotto i migliori auspici che non ha deluso. Greta Cicolari e Marta Menegatti, coppia rosa del beach volley italiano, nel 2011 sono diventate campionesse d’Europa. Atlete dell’Aeronautica militare, reduci dal quarto posto agli Open di Berlino, vogliono centrare il podio alle Olimpiadi di Londra 2012.
Delle due, Greta è quella che ha più esperienza: trent’anni, nata ad Osio Sotto, nel Bergamasco, ha giocato per anni a pallavolo. Nel suo palmarés ci sono una Supercoppa italiana e una Coppa dei Campioni vinte con il Volley Bergamo. A poco a poco allo sport indoor affianca il beach volley a cui decide di dedicarsi completamente nel 2009. Nello stesso anno inizia a fare coppia con Marta, 23 anni, e una storia molto simile alle spalle. Anche lei inizia a giocare a pallavolo fin da bambina. A quindici anni si trasferisce da Ariano nel Polesine (Rovigo) a Ravenna, dove gioca per cinque anni nel Teodora in serie B1 e B2. Nell’estate 2006 scopre per caso il beach volley. Partecipa a vari tornei europei e mondiali Under 19 e Under 20. Poi l’incontro con Greta. “Me l’ha presentata il ct della nazionale, Lissandro Carvalho. Non ci conoscevamo, ma da allora non ci siamo più ”separate”, spiega Marta in una pausa dagli allenamenti.
Si sente dire spesso che per essere i primi nello sport bisogna “lavorare di testa”. Voi dove trovate la giusta motivazione per essere competitive?
Marta: “Siamo alla ricerca di un costante miglioramento, non ci accontentiamo mai, pretendiamo molto l’una dall’altra perché siamo consapevoli dei mezzi sia tecnici sia mentali che abbiamo”.
Greta: “E poi ci facciamo aiutare da un mental coach, Roberto Re, che ci segue dallo stesso anno”.
Alle Olimpiadi di Londra manca pochissimo. Vi sentite pronte?
Greta: “Ci stiamo preparando da mesi ormai. Una volta lì, si potrà vincere o perdere, ma una cosa è certa: daremo il 100 per 100”.
Marta: “Assolutamente. Ci siamo preparate bene e spero in una medaglia. Se vincessimo voglio sparire per almeno una settimana. Via da tutto e da tutti! Ho già in mente dove…”.
Secondo un sondaggio condotto su 1000 manager di età compresa tra i 35 e i 65 anni, voi risultate le atlete più sexy del panorama sportivo italiano. E’ un aspetto che vi interessa o vi infastidisce?
Marta: “E’ una cosa che mi fa piacere. Perché prima di tutto siamo donne. Non mi sento a disagio. Nemmeno a giocare in costume. Quella è la nostra divisa”.
Greta: “E’ un risultato che ci ha fatto sorridere. Ma nella maggior parte dei casi siamo considerate per le nostre prestazioni in campo”.
Oltre allo sport, per cosa ricevete complimenti?
Marta: “Per la bravura e per la bellezza”.
Greta: “Sono molto competitiva e mi piace quando mi fanno i complimenti per il mio atletismo e mi dicono che in campo gioco e mi comporto come un maschio”.
Cosa invidiate della vita di una donna che non fa l’atleta come voi?
Marta: “Il fatto di avere un po’ più di tempo per se stesse, cosa non da poco. Poi sono iscritta alla facoltà di Scienze motorie a L’Aquila ma i ritmi che abbiamo difficilmente mi permettono di stare dietro allo studio”.
Greta: “A me manca poter trascorrere del tempo con il mio ragazzo e con la mia famiglia. Per quanto riguarda gli studi, mi mancano pochi esami alla laurea in Psicologia. Ora però sono concentrata sulla mia carriera sportiva”.
Cosa pensate che le altre donne vi possano invidiare?
Marta: “Il fisico tonico e asciutto e il fatto che giriamo il mondo”.
Greta: “L’immagine di donne indipendenti e forti”.
Sogni nel cassetto?
Marta: “Non lo diciamo… Per scaramanzia!”.