Per il segretario della Lega Nord, di fronte a 200 persone a Marina di Ravenna accorse alla festa del partito, "se la politica vuole tornare a essere un punto di riferimento allora lasciare i propri incarichi istituzionali è una scelta da valutare”. E sulle future alleanze: "Nessun patto con chi sostiene il governo Monti"
Maroni arriva alla festa della Lega organizzata a Marina di Ravenna, per la prima volta nella veste di leader in Romagna. È rilassato, gioca in casa, ospite in una terra che è sempre stata un suo feudo. Saluta, stringe mani e firma autografi tra bandiere e cori da stadio. E prima di salire sul palco, si concede ai giornalisti, commentando le disgrazie giudiziarie del governatore lombardo: “Sono un garantista, ma se la politica vuole tornare a essere un punto di riferimento allora le dimissioni sono una scelta da valutare”. Stesso discorso, spiega Maroni, vale anche per il governatore dell’Emilia Romagna Vasco Errani, per il quale i pm di Bologna hanno da poco chiesto il rinvio a giudizio.
Alla festa di Marina di Ravenna ci sono tutti i dirigenti locali, da Gianluca Pini a Manes Bernardini. Umberto Bossi, invece, sembra un lontano ricordo: scomparso dalle bandiere e assente nei manifesti. Per lui nemmeno un cenno nel discorso di Maroni. Si parla invece del futuro del Carroccio che, avverte il segretario, potrebbe anche prevedere una corsa in solitaria. “Siamo pronti a correre da soli – annuncia il numero uno leghista -. Se il Pdl continuerà a sostenere il governo Monti non c’è alcuna possibilità di alleanza”.
E poi dal palco, davanti a una platea di circa 200 persone, ricorda: “Quando il governo Monti era in formazione il premier mi chiamò e mi disse: ‘lei ha fatto benissimo nella lotta alla mafia, io le chiedo di rimanere a fare il ministro dell’Interno’. Io risposi: ‘il mio partito ha deciso di essere all’opposizione e io resto all’opposizione”.
Il Carroccio, aggiunge Maroni, “ha presentato una proposta di legge elettorale ma la mia impressione è che nessuno voglia cambiare quella vigente. Fa troppo comodo ai partiti di maggioranza questa legge, senza la preferenza”. Loro, la Lega Nord, invece, vorrebbero reintrodurla. Assieme a un premio di maggioranza che “consenta di governare, e non un premietto che concede al partito un gruppo di parlamentari in più”.