Società

Unioni civili, Milano avrà il registro. Pisapia: “Ridotto lo spread dei diritti”

Approvazione con una larga maggioranza: si sono astenuti 4 cattolici del Pd, mentre hanno votato a favore due consiglieri del Pdl. Il sindaco: "Sono convinto che sia uno stimolo per il Parlamento". Esulta l'Arcigay: "D'ora in avanti nelle delibere matrimoni e coppie di fatto sono uguali"

Milano avrà il registro delle unioni civili. Al termine di una seduta fiume durata più di 11 ore è stata infatti approvata nella notte la sua istituzione, con 29 voti favorevoli, 7 contrari e 4 astenuti. “Sul piano dei diritti civili abbiamo ridotto lo spread che avevamo con l’Europa”, ha commentato il sindaco Giuliano Pisapia, che ha seguito in Aula la discussione di un provvedimento cruciale per la maggioranza arancione fin dalla campagna elettorale.

Nella maggioranza di centrosinistra è stata evitata una clamorosa spaccatura, visto che i quattro cattolici del Pd, guidati dal vice presidente del Consiglio comunale Andrea Fanzago, hanno rinunciato al voto contrario alla delibera e si sono astenuti. Tra i banchi dell’opposizione hanno dato il loro sì due consiglieri dell’ala laica del Pdl (Pietro Tatarella e Luigi Pagliuca), Mattia Calise del Movimento 5 stelle e Manfredi Palmeri (Fli). Contrari al provvedimento la maggioranza dei consiglieri del Pdl e quelli della Lega Nord, che hanno definito il registro “una bandierina di Pisapia per la comunità gay”.

“E’ una bella giornata per Milano – ha detto in Aula il sindaco -. Abbiamo fatto un passo avanti nella direzione di una città più rispettosa delle scelte di tutti”. Pisapia, che ieri pomeriggio aveva parlato di un provvedimento amministrativo che non apre la strada ai matrimoni gay, ha poi ribadito l’invito alla politica nazionale a occuparsi di una legge sulle unioni civili: “Sono convinto che questo sia anche uno stimolo per il Parlamento per prendere finalmente in esame e concludere l’iter legislativo, che è iniziato troppo volte ma non è mai arrivato a termine, per il riconoscimento delle coppie di fatto”.

Al lungo dibattito in Aula hanno assistito diversi rappresentanti delle associazioni Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender), che alla fine hanno festeggiato l’approvazione con un brindisi. “D’ora in poi le coppie di fatto nelle delibere comunali saranno parificate a chi è sposato – ha spiegato Marco Mori, presidente di Arcigay Milano –. C’è voluto più tempo del previsto, ma il voto di questa notte è un segnale importante”.

Milano si è così unita agli oltre 80 Comuni italiani che, come Firenze, Bologna e Napoli, avevano già istituito un registro delle coppie di fatto. Quella approvata dall’Aula è una delibera riveduta rispetto alla versione originale, alla quale si è arrivati con un lavoro di mediazione fra le richieste dei cattolici del Pd e dei laici del Pdl. Dal testo infatti l’espressione ‘famiglia anagrafica’ è stata sostituita con ‘unione civile’, per rimarcare la differenza tra coppie di fatto e famiglia tradizionale. E la definizione di unioni civili come ‘insieme di persone legate da vincoli affettivi’ è stata sostituita con ‘due persone legate da vincoli affettivi’, dopo il duro attacco della Curia milanese che aveva parlato di “rischio poligamia”.