Assieme alla Lombardia è all'ultimo posto in classifica con 40 lavoratori deceduti nei primi sei mesi di quest'anno su un totale di 335 caduti sul lavoro nell'Italia intera. Tra ieri e oggi i casi di Cesena e Luzzara
Secondo i dati forniti dall’Osservatorio indipendente di Bologna, infatti, sono 335 i caduti sui luoghi di lavoro nel 2012, in Italia. Numero che lievita a 600 se si tengono in considerazione i lavoratori deceduti in itinere o sulla strada. In questo quadro, l’Emilia Romagna non è tra le regioni virtuose. Con le sue 40 morti bianche, di cui 18 deceduti sotto le macerie dei capannoni industriali del terremoto del 20 e 29 maggio, è seconda solo alla Lombardia, dove dal 1 gennaio a oggi sono rimaste vittime 41 persone. Più in giù nella classifica troviamo la Toscana, dove si sono registrati 26 morti (34 con i morti in mare sulla Costa Concordia affondata sulle coste dell’isola del Giglio) , seguita dal Piemonte (29 vittime), dalla Campania con 26 lavoratori, dalla Calabria (16), e dal Veneto con 20 morti.
Esclusi dal conteggio tutti quegli operai, impiegati, autisti e camionisti, che ogni giorno perdono la vita sulla strada per il luogo di lavoro. “Purtroppo – si legge in una nota dell’Osservatorio di Bologna – è impossibile sapere quanti sono i lavoratori pendolari sud-centro nord, centro-nord sud, soprattutto edili meridionali che muoiono sulle strade percorrendo diverse centinaia di km nel tragitto casa-lavoro, lavoro-casa. Queste vittime sfuggono anche alle nostre rilevazioni, come del resto sfuggono tanti altri lavoratori, soprattutto in nero o in grigio che muoiono sulle strade e non solo. Tutte queste morti sono genericamente classificate come morti per incidenti stradali”.