La concomitanza dei processi cerebrali, quello che apprende le nuove informazioni e quello che "resuscita" ricordi correlati all'esperienza, avviene in una precisa regione del cervello: l'ippocampo che, secondo la ricerca, è il protagonista di quello che viene definito un paradosso neurologico
Un nuovo studio della New York University pubblicato sulla rivista Science mostra che pensare a qualcosa di vecchio e contemporanemente notare qualcosa di inedito influenza immediatamente l’elaborazione cerebrale delle informazioni successive al ricordo o al nuovo apprendimento.
La scoperta suggerisce, inoltre, che il nostro sistema-memoria è in grado di adattarsi alle situazioni coordinando in estemporanea la formazione di nuovi ricordi e il recupero di quelli vecchi sulla base delle esperienze recenti. La concomitanza dei processi cerebrali, quello che apprende le nuove informazioni e quello che “resuscita” ricordi correlati all’esperienza, avviene in una precisa regione del cervello: l’ippocampo che, secondo la ricerca, è il protagonista di quello che viene definito un paradosso neurologico. Dallo studio emerge che l’attività dell’ippocampo appare sbilanciata tra il ricordo e l’apprendimento di nuovi impulsi a seconda degli stimoli lanciati dall’attualità. “Trascorriamo la maggior parte del nostro tempo circondati da persone, luoghi e oggetti potenzialmente familiari, ognuno dei quali ha la possibilità di innescare o meno la memoria” ha spiegato Katherine Duncan, autrice della ricerca. “La nostra indagine ha rilevato, ad esempio, che l’ippocampo si sbilancia più sul ricordo che sull’apprendimento, quando il sistema-memoria è stato recentemente riattivato su quel preciso ricordo. La stessa regione cerebrale risponde quindi ad uno stesso impulso sulla base delle attività cerebrali attuali, scatenando la riflessione nostalgica o ponendo l’enfasi sull’acquisizione dei nuovi dati”.