Doveva essere la giornata di Federica Pellegrini e del nuoto. E invece l’Italia dello sport deve aggrapparsi ancora una volta alla scherma in questo secondo giorno di giochi olimpici. Il bottino finale conta oggi solo due medaglie, rispetto alle cinque di ieri: l’argento di Diego Occhiuzzi e il bronzo di Rosalba Forciniti. Mentre le vasche londinesi sono fin qui avare di soddisfazioni per i colori azzurri.

Ha deluso Pellegrini, solo quinta nei 400 stile libero donne. Quattro minuti di bracciate, in cui qualche secondo in più o in meno segnano la differenza fra il sogno e l’incubo. Perché i 400 stile non sono mai stati banali per la nostra campionessa. Su questa distanza è l’unica donna ad aver infranto il muro dei quattro minuti (3’ 59’’ 15 il suo record del mondo), due volte campionessa del mondo della disciplina nel 2009 e nel 2011. Ma questa è anche la gara delle crisi di panico e delle disfatte (addirittura decima agli Europei di Debrecen lo scorso maggio). O semplicemente delle sconfitte. Quinta quattro anni fa a Pechino, quinta oggi a Londra. Stesso risultato, stessa delusione. Speriamo almeno sia di buon auspicio: nel 2008 alla batosta nei 400 seguì l’oro nei 200. Non resta che attendere martedì, quando andrà in scena la finale sulla distanza più breve.

Intanto c’è da fare i conti con questa giornata nata male e proseguita peggio. Già la prestazione in batteria aveva fatto venire qualche dubbio: condotta di gara incerta, nuotata poco fluida, vasca finale in netto affanno. Un’impressione negativa confermata dal cronometro: 4’ 05’’ 30, solo il settimo tempo di qualificazione. Migliorato di appena un secondo in finale. Troppo poco per puntare a una medaglia. L’oro è andato alla francese Camille Muffat, seguita dalla statunitense Allison Smith e dall’inglese Rebecca Adlington. Per l’idolo di casa, viste le premesse della mattinata (ottavo ed ultimo tempo di qualificazione), il bronzo è un buon risultato: ma l’obiettivo dichiarato era quello di bissare il successo di Pechino, e la casella degli ori della Gran Bretagna resta ancora desolantemente vuota.

L’Italia affonda in vasca, insomma. Nulla di fatto anche per Fabio Scozzoli nei 100 rana: argento mondiale nel 2011, puntava deciso al podio. Ma in finale ha fatto malissimo, peggiorando sensibilmente il crono di qualificazione che sarebbe bastato per il terzo posto. Forse ha pagato l’emozione del debutto olimpico, peccato. E peccato anche per il duo Cagnotto-Dellapè dal trampolino, solo medaglia di legno nei tuffi: lacrime per un podio sfumato tra errori (marchiano quello di Tania al quarto tuffo, punita con un 4) e polemiche per le scelte della giuria che avrebbero favorito il Canada (terzo alle spalle di Cina e Usa). Finisce quinta invece (ma questo è un trionfo) Ilaria Bianchi nei 100 farfalla, con tanto di nuovo primato italiano. 

Nell’ultima gara di giornata, poi, senza gloria pure la staffetta maschile 4×100 del fidanzato della Pellegrini, Filippo Magnini. Vince a sorpresa la Francia sugli Usa; l’Italia è settima, dopo che in mattinata lo stesso Magnini aveva strigliato pubblicamente i compagni (“Siamo una squadra, non posso sempre fare tutto io”). E in finale il copione non è cambiato: impossibile fare miracoli, entrando in acqua con tre secondi abbondanti da recuperare. In precedenza, invece, era finita quinta (ma questo è un grande risultato) Ilaria Bianchi nei 100 farfalla, con tanto di nuovo primato italiano.

Fortuna che c’è sempre la scherma. Dopo la straordinaria impresa delle fiorettiste di ieri, oggi dalla pedana è arrivata un’altra medaglia. Diego Occhiuzzi è argento nella gara individuale di sciabola maschile. È una medaglia importante, che premia un ragazzo che è sempre stato gregario in una squadra di campioni. Tanti successi insieme nelle competizioni a squadra, lui era l’unico a non aver mai vinto una medaglia in una gara individuale. Fino ad oggi.

Negli ottavi si è tolto il lusso di eliminare il suo più titolato e prestigioso compagno, quell’Aldo Montano campione di tutto (Olimpiadi nel 2004 ad Atene, Europei nel 2005 e Mondiali nel 2011) giunto però a Londra in condizioni fisiche precarie. Un segno. Perché di lì in avanti la strada è stata spianata, anche grazie ad un torneo ad eliminazione in cui i favoriti (il campione in carica Zhong, il numero 1 del ranking Limbach) sono usciti uno dopo l’altro. E il 31enne napoletano non si è lasciato sfuggire l’occasione di una vita: netto 15-9 allo statunitense Morehouse nei quarti, 15-11 sempre in controllo al rumeno Dumitrescu in semifinale. L’epilogo lascia un po’ l’amaro in bocca. Con ancora negli occhi le immagini del trionfo di ieri, nell’oro ci credevamo un po’ tutti. E invece la vittoria è andata all’ungherese Szilagyi: più veloce, più reattivo, forse semplicemente più forte, almeno per quanto si è visto in finale. Il nostro alfiere è sceso in pedana poco determinato e si è lasciato tramortire da un parziale iniziale di 0-7. Irreparabile. Finisce 8-15, con Occhiuzzi battuto, stremato dai crampi ma comunque felice. Va bene lo stesso. In una giornata come questa un argento è preziosissimo.

Finché si può godiamoci la scherma. Abbiamo un’altra settimana di medaglie assicurate. Poi da domenica prossima dovremo inventarci qualcos’altro per rimpinguare il nostro medagliere. Oggi ci è riuscita Rosalba Forciniti, bronzo nel judo (cat. 52kg), prima donna calabrese della storia a conquistare una medaglia olimpica. Nei prossimi giorni la sorpresa potrebbe venire addirittura dall’equitazione: dove Stefano Brecciaroli, dopo la gara di dressage, è al secondo posto della classifica provvisoria nel concorso completo. In questa disciplina l’Italia non va a medaglia da Mosca 1980. Ma chissà, le vie dell’Olimpiade sono infinite.

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