Oriano Cantani e Domenico Tedeschi, i due tecnici italiani di due ditte sub-appaltatrici di Ansaldo Energia sequestrati il 17 luglio a Damasco (rispettivamente a destra e a sinistra nella foto), sono rientrati in Italia: “Siamo stati sequestrati ma non sappiamo dire esattamente da chi. Ci ha liberato l’esercito siriano ma non c’è stato un blitz”, ha dichiarato Cantani. Appena scesi dall’aereo i due, apparsi in buone condizioni, sono stati accolti da Claudio Taffuri, capo dell’Unità di Crisi della Farnesina. Ad accoglierli anche la moglie di Cantani, Anna Maria Micheli, insieme al figlio. Nei prossimi giorni i due tecnici saranno ascoltati in Procura (a Roma), dove è stato aperto un fascicolo per capire le dinamiche della vicenda. Questa mattina era stato il ministro degli Esteri Giulio Terzi a dare l’annuncio ufficiale della loro liberazione: ”Sono finalmente al sicuro e attendiamo già nelle prossime ore i nostri due connazionali”, sottolineando poi la “grandissima soddisfazione” per la positiva soluzione della vicenda.
Ieri è stato lo stesso Cantani, raggiunto telefonicamente dall’Agi in un hotel della capitale siriana, a confermare la notizia della liberazione, avvenuta venerdì a mezzogiorno. “Stiamo bene, è stata abbastanza dura”, ha dichiarato con voce sollevata. Cantani, 64 anni, e Tedeschi, 36 anni, erano stati fermati il 17 luglio da un gruppo armato sulla strada per l’aeroporto di Damasco. “Chi ci ha rapiti? Lo vorremmo sapere anche noi”, ha detto Cantani. “E’ difficile poter dire chi, anche perché qui la situazione è molto confusa e quelli che ci hanno preso in consegna erano tutti a volto coperto”. Cantani ha spiegato che in questi giorni sono stati spostati “in varie case”. I due italiani dovrebbero rientrare in giornata in Italia. Prima della liberazione, nella zona in cui erano tenuti in ostaggio c’erano stata una violenta battaglia al termine della quale le forze lealiste avevano ripreso il controllo dell’area.
I due sono entrambi dipendenti di una società subappaltatrice di Ansaldo Energia e lavoravano nel cantiere dell’azienda del gruppo di Finmeccanica che sta costruendo una centrale elettrica a Deir Ali, vicino il quartiere di Douma, a Damasco; un’area che venerdì sera è stata teatro di intensi scontri tra i ribelli e le truppe governative.