Altro che cotolette e patatine, stasera si mangia arrosto di ‘uro’ con contorno di crema di cigni. Non si tratta dell’ultima stravaganza da vip, ma di una tendenza che grazie al boom di libri fantasy e serie tv (come ad esempio l’arcinota Game of Thrones) sta conquistando sempre più cultori, soprattutto negli States. Dimenticato il periodo della nouvelle cuisine e quello della cucina molecolare, Oltreoceano si sta ora riscoprendo il piacere della cucina tradizionale, quella di una volta. Ma invece di fermarsi ai libri di ricette della nonna, gli appassionati si sono spinti fino a rispolverare il menù di Carlo Magno e soci, condendolo con un pizzico di fantasy. Il merito di questo revival si deve ai best seller sfornati dalla mente di George R. R. Martin e raccolti nella saga de Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco, noti a molti grazie, appunto, a Game of Thrones.
Per chi fosse a digiuno dell’argomento: prendete l’Europa medievale, giusto un po’ romanzata per farla apparire più interessante, aggiungeteci draghi e altre creature fantastiche ed avrete Westeros, la terra in cui sono ambientati i romanzi. A differenza di altri scrittori fantasy medievali che l’hanno preceduto, “buona forchetta” Martin non ha lasciato nulla al caso, neppure l’alimentazione dei personaggi che animano i suoi racconti. Le descrizioni delle tavole imbandite sono precise e puntuali e propongono un menù tipicamente legato al periodo storico. Il desco della regina Cersei ad Approdo del Re è imbandito con sformato di lampreda, prosciutto di miele e cigno arrosto con ripieno di funghi e ostriche, mentre lady Catelyn a Delta delle Acqua si deve accontentare di trota avvolta in pancetta affumicata e pane abbrustolito. Le portate descritte nel best seller hanno trovato terreno fertile tra i consumatori abituati ai fast food, che adesso scoprono l’amore incondizionato per una cucina dal sapore e dall’aspetto medieval-europeo. Tendenza confermata e alimentata dall’uscita a breve distanza di ben due libri di ricette di cui uno, “A Feast of Ice and Fire” , approvato dallo stesso Martin. In tutto oltre cento piatti, per di più divisi per ognuno dei Sette Regni che popolano l’universo di Game of Thrones. Pietanze che possono sembrare esotiche per il nostro tempo; ma con una breve ricerca online si trovano non pochi estimatori pronti a postare e condividere le foto dei loro piatti e i consigli per prepararli.
Se il carré di agnello alle erbe, il coniglio in umido e la crostata di mirtilli non risultano infatti lontani dal nostro immaginario, qualche difficoltà si manifesta di fronte alle locuste speziate, al montone in brodo di cipolle e all’arrosto di uro che, per la cronaca, è un bovino scomparso nel milleseicento. Chiaramente la cucina medievale rivista per i nostri giorni propone delle soluzioni per ovviare all’estinzione di alcune specie animali o al cambio di denominazione delle spezie. Così il ricettario (e il blog che lo ha preceduto ) presenta i piatti in due versioni: una tradizionale per i puristi e una più moderna per i palati meno avventurosi. Non mancano poi i consigli per rendere il tutto realizzabile: sostituire la carne dell’uro estinto con quella più facilmente reperibile del manzo, la santoreggia e i grani del paradiso con semplici timo e pepe nero e così via. Certo, la cucina medievale con i suoi pasticci di carne, le zuppe varie e le torte salate, propone ricette elaborate che necessitano di tempi di cottura medio-lunghi e adatte a climi rigidi. Chi si volesse lanciare in questa avventura culinaria farebbe quindi meglio ad aspettare la fine dell’estate prima di accendere il forno. Il medioevo può attendere ancora un po’.