Nel documentario Un solo errore appariva solo un ritratto disegnato dell'ex leader Nar e la voce fuori campo a parlare al suo posto: "Paolo Bolognesi non può fare il presidente delle vittime, ha perso solo la suocera ed è politicizzato". Poi la smentita dello stragista, infine la registrazione autentica. Ma Raisi (Fli) rincara la dose: "L'attuale presidente dell'associazione è un abusivo"
Poi, nel corso della trasmissione di Radio24 La Zanzara (costata a Giuseppe Cruciani e David Parenzo un esposto all’ordine dei giornalisti), è tornato sulla questione di fatto confermando le parole contenute nel film, per quanto in termini più cauti e accusando gli autori di aver decontestualizzato alcune frasi. Per rispondere a smentita e accuse Pasi ha presentato una porzione di due minuti della registrazione audio di Fioravanti. Si tratta di una parte di quella poi doppiata da un attore che presta la sua voce all’ex Nar, rappresentato da disegni che lo ritraggono.
Afferma Pasi incontrando i giornalisti al cinema Lumière di Bologna: “Fioravanti non ci ha dedicato mezz’ora, ma due giorni. Il 22 giugno 2010 lo abbiamo incontrato in un ristorante e il 23 nella sede dell’associazione Nessuno Tocchi Caino”. Secondo il regista del documentario, l’uomo aveva manifestato “perplessità ad andare in video”, ma “era pienamente informato, era consapevole di quello che stavamo facendo. Gli abbiamo inviati estratto del progetto del documentario e ci ha chiesto a chi avremmo dato il nostro lavoro, una volta portato a termine”.
Venendo alla registrazione originale fatta ascoltare, l’audio è sporco ed è presente rumore d’ambiente. Si sente però Fioravanti che fa queste affermazioni: “L’associazione 2 agosto è molto politicizzata. Ha un colore ben preciso. C’è questo Bolognesi… Al tempo Secci Torquato, presidente dell’associazione vittime fino al 1996 e padre di Sergio, 24 anni, che morì nella strage, ndr] si candidò ufficialmente a fare il sindaco di Terni. Gli sembrava che aver perduto un figlio gli desse il diritto di fare il sindaco di una città. Il Pci non lo candidò e lui si incazzò moltissimo. Bolognesi mi sembra una persona che anche lui cerca in qualche modo di ottenere qualcosa dalla politica. È uno che bussa continuamente, da un lato chiede i soldi, da un lato polemizza, da un lato di schiera a seconda dei governi. Non c’entra…”
Poi arriva una domanda di Pasi: “Quindi la ricerca della verità secondo te è strumentale?” e Fioravanti risponde: “Come dice un amico mio, Secci [intende Bolognesi, lo puntualizza più avanti, ndr] ha perso la suocera. La suocera non è una vera perdita. Tutta questa rabbia che lui ha dentro, probabilmente non è il vero dolore per la suocera. È un vecchio partigiano per cui è la carica ideologica che lo muove. Lui non sta cercando la verità, lui ne ha una, gli sta bene quella e non vuole che nessuno gliela tocchi. Lui fa questo gioco molto brutto, molto pericoloso per le giovani generazioni, per cui i magistrati di Bologna sono eroici, tutti gli altri magistrati d’Italia sono della P2”.
Alla presentazione dell’estratto dell’audio c’erano anche il giornalista Rai Nevio Casadio e Paolo Bolognesi. Se per il cronista l’ondata di critiche contro Pasi, accusato di aver carpito l’intervista tacendolo a Fioravanti, “si salvaguarda Caino e viene messo in croce Abele”, Bolognesi torna sulla questione della suocera, sollevata in mattinata anche dal parlamentare Fli Enzo Raisi in una conferenza stampa che si è tenuta nella sede della Provincia di Bologna. Qui Raisi aveva puntato il dito contro Bolognesi accusandolo di aver “inventato la storia della suocera, morta 3 anni dopo” e mettendo in dubbio la sua titolarità di presidente dell’associazione vittime.
La risposta è che Vincenzina Sala “è morta sul colpo e il riconoscimento lo abbiamo fatto mia cognata e io alle 2 del mattino del 3 agosto, nell’obitorio di via Irnerio. C’erano già stati degli altri parenti, ma quello ufficiale lo facemmo noi dopo averla cercata per tutto il giorno tra ospedali e camere mortuarie”. Inoltre, aggiunge Bolognesi, altri componenti della famiglia sono stati coinvolti dallo scoppio, il suocero Umberto, la madre e il figlio che all’epoca aveva 6 anni, ricoverati in gravi condizioni rispettivamente all’ospedale Rizzoli di Bologna e al Maggiore. “Loro sono sopravvissuti, ma hanno riportato percentuali di invalidità superiori dall’80%”.