Corigliano d’Otranto pensa di essere il paese più filosofico d’Italia. Ergo, lo è.

Testata: The Guardian
Data di pubblicazione: 17 luglio 2012
Autore dell’articolo originale: John Hooper
Tradotto da Grazia Ventrelli e Margherita Beltrame per italiadallestero.info

Il paese si trova nell’occhio del ciclone, all’indomani della nomina di un filosofo comunale che settimanalmente offrirà ai residenti consulenze e riflessioni su quesiti esistenziali.

Non accade tutti i giorni che una delibera comunale citi Socrate e Spinoza e addirittura il filosofo contemporaneo americano Ran Lahav. Ma, d’altra parte, non sono tanti i consigli comunali come quello di Corigliano d’Otranto, un paesino di appena 5.889 abitanti, sperduto nel tacco della penisola italiana.

Alle radici della delibera potrebbe esserci il fatto che Corigliano è situato nella cosiddetta Grecìa Salentina, una roccaforte della minoranza etnica greca in Italia che ha messo le radici in quella parte della Penisola prima ancora che Platone impugnasse papiro e penna. Indubbiamente, l’iniziativa nasce da un’idea del primo cittadino di centro-sinistra, Ada Fiore, non a caso insegnante di filosofia. Ad ogni modo, Corigliano ha tutte le carte in regola per diventare il paese più filosofico d’Italia.

La nuova carica di filosofo comunale è prevista dalla delibera n. 72, che cita i filosofi summenzionati e stabilisce che il primo titolare, Graziella Lupo, riceverà su appuntamento per offrire consulenze “il venerdì dalle 15.00 alle 19.00” presso la sede del Municipio. Da quando il Comune è guidato dal sindaco Fiore, in paese sono state apposte targhe che riportano aforismi di filosofi del calibro di Sant’Agostino. Nei bar e nei negozi sono state distribuite cartoline che pongono quesiti esistenziali del tipo “Perché sei nato?”. Illustri filosofi stranieri sono stati invitati a tenere seminari in paese. E, più di recente, il Comune ha inaugurato nel centro storico quello che il sindaco ha definito il primo “parco filosofico multimediale” in Italia. L’annuncio, pubblicato proprio sopra a un avviso sullo smaltimento dei rifiuti, campeggia sul sito web del Comune e promette “alberi che parlano, muri che si illuminano e sagome sensoriali”.

Ma, all’indomani della nomina del filosofo comunale, i media hanno puntato il dito sulle iniziative adottate dal Comune, scatenando un putiferio. Di lì a poco, il primo cittadino si è visto recapitare una lettera al vetriolo firmata dal Responsabile dell’Ordine degli Psicologi della regione Puglia, di cui Corigliano fa parte. Secondo Giuseppe Luigi Palma, l’esercizio della professione di consulente filosofico “non solo è ingannevole, ma è anche un’idea pericolosa.” L’Ordine è pronto a prendere “tutte le misure necessarie per combattere eventuali abusi“, ha chiarito.

Il sindaco ha gettato acqua sul fuoco, sostenendo che Palma ha frainteso il ruolo del filosofo comunale. Questi infatti intende coinvolgere i clienti in dialoghi socratici e “non ricerca nel passato le cause del sintomo, ma guarda al futuro lavorando razionalmente e realisticamente sul presente.”

Scopo principale dell’iniziativa è aiutare i clienti a pensare chiaramente e a saper ascoltare e formulare quesiti su vari argomenti, ha aggiunto il primo cittadino, facendo notare che anche i responsabili di alcune aziende locali hanno bussato alla porta del Comune chiedendo consulenze per i dipendenti.

Lo sportello è stato aperto a settembre. Prima ancora che la carica assumesse veste ufficiale, alla consulente si erano rivolte circa 500 persone, in gruppo o singolarmente. Ogni sessione costa €15 (£12) e non pesa dunque sui contribuenti, ha chiarito il sindaco.

Graziella Lupo, che si è specializzata in Consulenza filosofica all’Università Cà Foscari di Venezia, spiega che la compagine dei suoi clienti è piuttosto varia e annovera “un’ampia gamma di persone, da manager aziendali a rappresentanti, da fiorai a camerieri”.
Molteplici i problemi affrontati, sostiene. Dalla noia mortale di un giovane suscitata dalla compagnia degli amici, alla difficoltà di chi riesce a relazionarsi con i coetanei solo a livello virtuale.

“Non lavoriamo sulle emozioni, ma sulle idee”, spiega Lupo, “temo che l’Ordine degli psicologi non conosca il ruolo del consulente filosofico”. E, coerente alla sua professione, aggiunge: “Le critiche mosse sono prive di contenuto epistemologico”.

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