Ramona Gonzalez, con il suo delizioso moniker Nite Jewel, ha esordito pochi anni or sono producendo elettronica a bassa fedeltà dal gusto pop sintetico e dagli esiti ipnagogici. Il suo primo lavoro, intitolato Good Evening, è un disco molto spontaneo ed ispirato, uno dei migliori del filone comprendente in senso lato i vari Memory Tapes, Washed Out, Neon Indian, Com Truise, Balam Acab, Ford and Lopatin. In qualche caso, come l’irresistibile What Did He Say, sembra persino di rimbalzare esattamente dentro il gustoso Toeachizown di quella cartola di Dam-Funk. Altri pezzi esaltanti: la rotolante e martellante Weak for Me, Artificial Intelligence e la suadente Lover. Nite Jewel era riuscita nell’intento di rievocare magnificamente l’immaginario electro, disco e wave degli Eighties come un ventilatore sulla schiena in un pomeriggio sonnolento, afoso ed appiccicaticcio. Del resto Ramona proviene dal luogo cui per eccellenza rivolgiamo questa attività onirica ovvero L. A. e quando la sera scivolo giù per Mulholland Drive con la mia spider decappottabile me la ascolto sempre con voluttuoso piacere. Il disco è uscito per la Gloriette, etichetta che in catalogo ha guarda caso anche un paio di ristampe del venerabile Ariel Pink (occhio al suo nuovo album Mature Themes!) mentre per l’Europa ha visto la luce grazie all’ottima No Pain In Pop, una delle etichette da tenere maggiormente d’occhio di questi tempi: releases di artisti interessantissimi come Forest Swords, Patten e molti altri.

Il periodo a cavallo tra la fine dello scorso decennio e l’immediato inizio dell’attuale ha segnato l’apice per questo tipo di  sonorità, con una alta densità di ottime uscite concentrate in un arco temporale abbastanza delimitato. Ora alcuni di questi autori, in particolare Dayve Hawk ed Ernest Greene, stanno tentando di superare quella fase più genuinamente istintiva mettendo in campo produzioni un po’ più adulte, pulitine e patinate. Ed anche la Gonzalez non si esime da questo passaggio: nuova etichetta, la Secretly Canadian, ed un nuovo album, One Second of Love, che già dalla copertina la intende connotare ed accreditare un po’ diversamente. Il tono generale più laccato mette in mostra anche perle di gran classe, bisogna dirlo: Mind & Eyes lascia letteralmente incantati e varrebbe da sola la candela ed anche le rarefazioni sperimentali di No I Don’t convincono. Quando invece si lancia in vocalizzi stile r’n’b o in intimismi vari i conti non tornano sempre. La musica di Nite Jewel, in ogni sua forma, è ad ogni buon conto assolutamente perfetta per una serata d’estate in riva al mare ed il consiglio è quello di trascorrerla all’Hana-Bi di Marina di Ravenna in sua compagnia, giovedì 2 agosto.

Quasi fosse uno showcase della medesima etichetta il giorno successivo arriva sulle sponde dell’Adriatico, in collaborazione con Strade Blu, un altro artista della Secretly Canadian, Damien Jurado: anch’esso americano ma attivo da più di una quindicina d’anni ormai e dedito a tutt’altro tipo di sonorità ovvero ad un cantautorato rock di matrice in larga parte folk che non disdegna blues e tradizione americana nelle sue varie espressioni. Con il suo ultimo lavoro intitolato Maraqopa pare tornato a livelli eccellenti: ascoltate il malinconico coro di bambini di Life Away From the Garden, la strizzata d’occhio a Neil Young della title track e la frontiera rivisitata in This Time Next Year ma anche le soluzioni dissonanti di Reel to Reel.

Insomma, ce n’è abbastanza per riappassionarsi a questo autore che prima del recente poker di dischi per la sua attuale e nobile label, quella Secretly Canadian che in passato ci aveva regalato le perle di Songs:Ohia, Panoply Academy e Dave Fischoff, si è lasciato alle spalle una lunga collaborazione con un’altra ancor più importante come la Sub Pop nella prima parte della sua carriera. Era stata la casa madre di Seattle a lanciarlo negli anni successivi alla sbornia grunge, nel periodo di grande rinascita e riscoperta del folk americano. Il giovane Jurado aveva messo in mostra un bel talento con Rehearsals for Departure e lo splendido e scuro Ghost of David una dozzina d’anni fa, seguendo la stella polare disegnata nei cieli americani da Springsteen e Young ed entrando a buon diritto nel novero dei migliori cantautori di quell’epoca insieme a Richard Buckner, Will Oldham e Jason Molina. Dimostrando altresì una tendenza all’elettricità rock che lo avrebbe portato a farsi produrre il successivo I Break Chairs proprio dall’amico David Bazan aka Pedro The Lion, quel David cui si riferiva espressamente nel titolo del suo precedente album e che ha lasciato il proprio personale e riconoscibile marchio su quel lavoro naturalmente intensissimo dal punto di vista emotivo. Come detto il decennio scorso è contrassegnato dal passaggio alla nuova etichetta ed un ritorno a quella matrice folk tramite la quale Jurado riesce ad esprimersi con classe e personalità. Strade Blu e Hana-Bi mettono a segno un altro bel colpo nell’assidua ed attenta mappatura della musica più significativa della tradizione americana che vi sia attualmente in circolazione. Il concerto venerdì 3 agosto all’Hana-Bi di Marina di Ravenna: anche per Damien Jurado naturalmente ingresso gratuito come del resto per Nite Jewel la sera precedente.

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